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Ancona, Matteo massacrato a martellate in faccia: "Mai vista simile furia cieca"

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Matteo Bastianelli, direttore del Conad di Fermignano (Ancona), pestato a sangue da un automobilista all’alba di lunedì 16 ottobre, mentre andava al lavoro. Il motivo? L'uomo gli avrebbe fatto segno di rallentare alzando il braccio. "Mai visto una furia cieca, gratuita, come questa. Se ho pensato di morire? Sì, se mi prendeva bene in testa morivo". Intervistato dal Resto del Carlino, il titolare del supermercato ha raccontato i lunghi minuti che hanno scandito la violenza: prima la Ford Focus che gli sfreccia accanto. Poi il gesto istintivo con il braccio alzato. L’auto che inchioda, fa dietrofront e si scaglia contro di lui. Il 46enne è stato investito e preso a martellate da un bidello di 36 anni, ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

"Stavo attraversando la strada a piedi, per andare al Conad, abito a 600 metri - ha spiegato la vittima al Carlino - Una macchina velocissima ha svoltato e mi è sfrecciata a fianco. Ho alzato il braccio destro, per dire di andare più piano… Ma in realtà non ho detto nulla, nel senso che non ho parlato. Lui frena di colpo, mi sono detto: ora viene a litigare...". Poi il dramma: "Ho visto la macchina che mi veniva addosso, mi ha investito, ho messo le mani sul cofano e mi sono ritrovato col bacino sotto la macchina". L’uomo ha raccontato di essere riuscito a tirarsi fuori e di essere andato verso il marciapiede per fuggire. "A quel punto lui è uscito dall’auto con un martello in mano ed ha cominciato a colpirmi a martellate sulla schiena, ho cercato di ripararmi il volto e il capo. Due anni fa ho avuto un'emorragia cerebrale, ero terrorizzato per la mia testa".

 

 

Nonostante le suppliche di Bastianelli, la furia dell'aggressore sembrava implacabile: "Gli ho detto: 'ho due figli, ti pago'". Quattordici colpi alla schiena e due in faccia. Poi il provvidenziale aiuto di un netturbino. "È arrivato un signore della nettezza urbana, ha cominciato a gridargli 'lascialo stare'. Ma l’altro gli rispondeva 'Cosa vuoi, fatti gli affari tuoi…'". Pochi istanti di distrazione del suo aguzzino sono bastati alla vittima per fuggire e chiudersi nel camioncino della nettezza urbana, facendo desistere l’aggressore. "Un attimo prima - ha aggiunto il 46enne - quando ero riuscito ad allontanarmi, e l’altro ancora non era partito con la macchina, ho visto la targa e gliel’ho dettata a quello della nettezza, che si è segnato il numero". Il netturbino lo ha poi accompagnato sul posto di lavoro, al Conad. Dove, sconvolto, ha chiamato i soccorsi, le forze dell’ordine e la moglie. È stato dimesso dall’ospedale senza nessuna frattura confermata.

 

 

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