Cerca
Logo
Cerca
+

Israele, l'italiana Susanna arruolata nell'esercito a Gaza: "Perché è giusto combattere"

  • a
  • a
  • a

Uno dei più grandi problemi che l'Italia da anni si trova ad affrontare è la cosiddetta "fuga dei cervelli". Molti giovani italiani, delusi dalle prospettive che il mercato del lavoro del nostro Paese può offrire, decidono di immigrare all'estero, attirati da prospettive di vita migliori. Ma, a volte, può succedere che la voglia di cambiare aria coincida, in realtà, con il desiderio di tornare alle origini. Come l'eroe dell'Odissea che, dopo tanto girovagare per il Mar Mediterraneo, riesce finalmente a ritrovare la via di casa. È il caso di Susanna Camerini che, poco prima di compiere 20 anni, ha avuto un momento di crisi e ha scelto di lasciare Firenze per andare a vivere in Israele. E da quel momento è cominciata la sua nuova vita: prima il kibbutz, poi i due anni di militare, fino a oggi, richiamata come riservista in prima linea, a soli 25 anni, a pochi chilometri da Gaza per difendere i civili.

Rebecca Passigli Camerini, intervistata dal Corriere della Sera, ha parlato della scelta di sua figlia Susanna, confessando anche qualche piccolo dettaglio sul suo particolare stato emotivo. "All’inizio era disperata - confessa la donna - Quando mi ha chiamato sabato mattina per comunicarmi che sarebbe stata reclutata, era entrata nel panico, non se la sentiva di partire, di separarsi da suo marito, non l’avevo mai sentita così". Ma poi lo spavento ha lasciato il posto al senso civico: "Si è calmata, ha fatto la visita medica di idoneità, ha passato 48 ore per cercare di capire, in queste 48 ore - spiega Rebecca - le arrivavano tanti solleciti dall’esercito. Sono stati due giorni che le sono serviti per maturare la consapevolezza che era giusto partire, che non aveva senso restare in casa a guardare le notizie alla televisione mentre tanti loro amici e conoscenti erano stati richiamati nell’esercito.

 

 

Susanna è lontanissima da Firenze. Si trova, probabilmente, nel luogo più pericoloso al mondo, dove l'umanità è stata soppiantata dal terrorismo. E, tra gli ostaggi di quel tragico rave, ha addirittura riconosciuto una sua amica. "Mi ha raccontato - spiega Rebecca - che a quel rave c’era una sua amica, si frequentavano perché portavano fuori il cane nello stesso parco, e tramite un giro di messaggi lei ha saputo che era tra i dispersi, poi l’ha intravista in un video". Ma, nonostante i terribili orrori commessi da Hamas, Susanna non ha paura: "È forse più sicura adesso di quando stava nella sua casa di Be’er Sheva, visto che a casa non aveva armi, divise e non sempre c’erano bunker".

Per una madre non c'è dolore più grande di sapere che la propria figlia si trova in pericolo. Nessun genitore, infatti, vorrebbe sopravvivere ai propri bambini. Ma Israele, la loro patria, non è un Paese come gli altri. "È strano vedere che tua figlia diventa soldato, ma io e mio marito l’abbiamo vissuta per gran parte del tempo con serenità perché lei era entusiasta di quello che stava imparando, della rete di amicizie sincere che aveva, questa esperienza stava rafforzando il suo carattere, ha costruito amicizie forti che dureranno per sempre, Israele è un Paese che non lascia solo. In Israele era più felice che a Firenze e questo era quello che veramente contava". 

 

 

Dai blog