Spot Esselunga, "e dov'è la plastica?": una bomba, perché è tutto finto
Da quando il famigerato spot di Esselunga è apparso per la prima volta nelle nostre case ne sono successi di cose. Una su tutte: la tragedia di Mestre, dove hanno perso la vita 21 persone. La vicenda ha scosso il nostro Paese e il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha indetto tre giorni di lutto regionale. Con il racconto del dramma, i media italiani si sono (quasi) dimenticati della "pesca della discordia". E forse è meglio così. La polemica, sorta sulla esaltazione-contestazione della cosiddetta "famiglia tradizionale", aveva un non so che di surreale. Per giorni, politici, professori, attori e opinionisti televisivi hanno espresso il loro parere sulla clip realizzata dalla catena di supermercati. E, quasi sempre, le critiche si sono poi rivelate per quello che erano: dei veri e propri attacchi al governo Meloni. Ma, se anche su Il Fatto Quotidiano il social media manger del giornale di Marco Travaglio cerca di abbassare il tiro, significa che in Italia i problemi sono ben altri.
Vincent Russo, in un piacevole articolo sul Fatto, ha rivelato le sensazioni che lo spot di Esselunga gli ha suscitato. "Abito a Milano, c'è un'Esselunga ad ogni angolo della città e anche io sono un cliente Esselunga - si legge sul quotidiano - Sono un cliente come si può essere clienti di un dentista o di un podologo, sono neutro, non posso definirmi certo entusiasta: da qualche parte il cibo lo devi pur comprare". Il social media manager sotiene che non sia peggio di tante altre pubblicità che ogni giorno passano su Internet, radio e tv. Anzi, gli ricorda i vecchi spot anni Ottanta della Barilla, "Dove c'è Barilla c'è casa", o, restando più vicini ai tempi nostri, quelli della Mulino Bianco.
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L'unico appunto contestato da Russo è che lo spot "non rispecchi la realtà", come spesso accade nelle pubblicità. "Quelle pesche senza imballaggio di plastica - sottolinea il social media manager - sono pura finzione scenica , un espediente narrativo. Chiunque di noi ha esperienza di un supermercato sa benissimo quanta plastica verrà venduto insieme alla frutta e alla verdura. Questo - concludono - è uno dei tanti motivi per cui cerco di comprare sempre meno nella grande distribuzione preferendo i coltivatori diretti preferibilmente senza troppi imballaggi e drammi familiari alle spalle".
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