Mestre, la strage apra gli occhi agli ultrà dell'auto elettrica
Dopo la strage di Mestre occorre forse una riflessione sui veicoli elettrici. Il pullman precipitato dal cavalcavia che ha provocato la morte di 21 persone era infatti un mezzo ibrido e ha preso fuoco dopo la caduta.
Nessuno dice che "la causa dell’incidente, ancora tutta da accertare, sia il motore elettrico", scrive Giovanni Sallusti su Libero. "Il dubbio (e non c’è bisogno di aver letto Cartesio per sapere che trattasi del contrario della certezza) riguarda invece il rogo successivo alla caduta, e la possibilità che la sua durata e la sua potenza (l’identificazione di alcuni corpi ha richiesto l’esame del Dna) siano state incentivate dalle batterie elettriche". Tanto che, il pullman "una volta recuperato è stato portato in deposito e sottoposto a monitoraggio 'ogni quattro ore' perché, 'trattandosi di un mezzo elettrico, l’incendio potrebbe ripartire'". Insomma, alla luce di questa tragedia, si chiede Sallusti, "siamo coscienti di tutti i rischi di nuovo tipo e di tutte le potenziali controindicazioni dell’elettrico? Dubitiamo".
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