Papa Francesco: "Il prossimo viaggio? Se non ci sarò, ci andrà Giovanni XXIV"
Si sbottona, Papa Francesco. E ancora una volta lo fa in aereo, quello che lo riporta a Roma da Ulan Bator, sopra alle steppe della Mongolia. Un Pontefice stanco, provato, dagli impegni ma anche dai malanni. Cammina col bastone, dunque prende posto e risponde alle domande.
Si parte dalle parole sulla "Grande Russia" che hanno scatenato la rabbia dell'Ucraina. E spiega che non si riferiva all'imperialismo ma alla cultura della Russia, cultura che è dialogo, "e la cultura russa non va cancellata per problemi politici", sottolinea.
Dunque sulle violenze brutali che hanno funestato l'estate italiana, da Palermo e fino a Caivano: "Si deve andare nelle periferie e lavorare lì, i governi devono fare la giustizia sociale vera". Quindi sui rapporti con la Cina: "I cittadini cinesi non pensino che la Chiesa dipenda da un’altra potenza straniera". Sul clima e l'impegno dei giovani: "Pensano al futuro, mi piace che lottino per il bene".
Poi da Papa Francesco anche una frase detta con il sorriso. Frase che però pesa tantissimo e, inevitabilmente, riaccenderà le speculazioni sul suo pontificato: "In Vietnam, se non andrò io, andrà Giovanni XXIV". Il riferimento è al prossimo impegno del Pontefice. Ed è anche alla possibilità che non possa onorarlo lui in prima persona. "Per me adesso fare un viaggio non è tanto facile come all’inizio, ci sono delle limitazioni per camminare, ma vediamo", conclude Papa Francesco, confermando anche a parole le precarie condizioni fisiche in cui versa.