Segre-Seymandi? Scatta l'istruttoria: chi rischia grosso
Altro che delitti d’onore di un tempo. Se hai le corna te le tieni senza fare tante storie. Dall’autorità garante della privacy il monito è perentorio. Si apra un’istruttoria perché questa storia torinese che ha fatto parlare letteralmente tutta Italia per il modo con cui l’imprenditore Massimo Segre ha mollato la fidanzata Cristina Seymandi anziché sposarla, non s’ha da ripetere altrove. E così il collegio del garante si è riunito via internet e ha disposto l’apertura di un’istruttoria sugli articoli di legge che potrebbero essere stati violati. L’approfondimento ruota attorno alle modalità abbastanza stravaganti di lesione della privacy. Quel video virale diffuso sui social ha scatenato la morbosità collettiva e probabilmente un grave danno reputazionale alla donna, presa di mira come una fedigrafa.
Parliamoci chiaro, ognuno avrà le sue ragioni, ma l’autorità garante della privacy ci sta apposta per la tutela della persona offesa. Segre ha compiuto un gesto mai visto prima e si vuole probabilmente evitare che ci sia un effetto emulazione. Se il mondo è dei cornuti, stiamo apposto, si saranno detti. E ieri mattina l’autorithy ha diffuso una nota ad hoc, anche se si era alla vigilia di Ferragosto, segno che l’attività ispettiva non si ferma mai: «L’istruttoria – si legge - sarà, in particolare, volta a accertare il possesso da parte dei diversi soggetti che hanno proceduto, a diverso titolo, anche attraverso video, alla diffusione dei dati e dei contenuti in questione, di un’idonea base giuridica». Il video diffuso in rete, e diventato subito virale, è stato registrato nel corso di una serata organizzata, apparentemente, per annunciare il matrimonio della coppia. Durante il party, però, dopo aver preso il microfono del dj, Segre ha rivelato di essere a conoscenza di una presunta relazione extraconiugale della futura moglie, e per questo, di volere porre fine alla relazione.
La decisione del Garante va letta bene. Potrebbero andarci di mezzo anche quanti sui social hanno diffuso il video e persino chine ha parlato sui media. È una notizia? E con questo andazzo dove andremo a finire, si saranno detti prima di impartire agli uffici la direttiva per aprire un’istruttoria sul caso. Rischia lo stesso Segre, pur avendo rivelato quel che sapeva della sua conpagna? Certo, anche lui, perché ha fatto sapere – anche se in apparenza durante una festa privata – “dati e informazioni” sulla sua ex partner.
Al resto ci hanno pensato i social e i giornali con una pubblicizzazione davvero ampia di quanto accaduto, con un gusto del pettegolezzo che sembra aver esaltato mezzo paese. A riprova di questo, la nota precisa che «il Garante richiama l’attenzione degli utenti dei social media e degli organi di informazione sul necessario rispetto della vita privata delle persone con particolare riferimento alla diffusione di dati personali relativi a relazioni sentimentali, come tali suscettibili di incidere in modo particolare sulla vita delle persone coinvolte, sulla loro reputazione e sulla loro sfera affettivà». Ovviamente, si è solo all’inizio di una procedura che chiamerà in causa fior di professionisti per sostenere le opposte linee in campo. Si fa notare, comunque, che nel caso di specie di parla di una coppia che disponeva di risorse economiche rilevanti, anche ai fini di eventuali risarcimento del danno. Ma il tema - è la preoccupazione principale dell’autohority- è che cosa può accadere in situazione definite “normali”, cioè di persone che mettono in discussione il rapporto di coppia in maniera così clamorosa, ma senza disporre di adeguate possibilità di ristoro della persona offesa. Insomma, a Torino l’hanno fatta davvero grossa. E poi nel resto d’Italia dando il via ad una discussione collettiva e davvero animata sulle ragioni dell’uno o dell’altra, con vere e proprie tifoserie. Indubbiamente, ci siamo tutti trovati di fronte a qualcosa che non si era probabilmente mai vista e anche nel mondo dei media tradizionali – a cui la legge sollecita una maggiore attenzione sul fronte della privacy rispetto ai social – si sarà costretti a non pigiare troppo sul pedale dell’acceleratore. E chissà se questo can can non troverà poi un fronte di intervento anche sui siti di gossip, che prosperano. Finora hanno fatto e pubblicato ciò che volevano: accadrà ancora?