Visibilia, suicidio Luca Ruffino: "Non era malato". Una telefonata inquietante
Che si sia trattato di un gesto volontario nessuno sembra metterlo in dubbio tra chi indaga sulla morte di Luca Ruffino, il presidente di Visibilia Editore che si è ucciso con un colpo di pistola sabato sera. Quel che stanno cercando gli inquirenti è il motivo del gesto ma dai primissimi accertamenti non risulterebbe che il manager, a parte piccoli problemi salute, soffrisse di malattie gravi conclamate. È quanto risulta all'Ansa da ambienti giudiziari. Negli ultimi giorni l'imprenditore sarebbe apparso giù di morale, così come ha confermato la moglie in vacanza in Sardegna spiegando di essersi allarmata dopo averlo sentito al telefono particolarmente abbattuto.
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Nessuno però poteva prevedere il suicidio. "Un fulmine a ciel sereno per la famiglia, non c'erano avvisaglie di un gesto estremo", ha detto una fonte all'Adnkronos. Il fascicolo affidato al pm Daniela Bartolucci dovrà dunque chiarire il vero motivo del gesto: l'imprenditore, specifica l'Adnkronos, non aveva malattia gravi né depressioni certificate che possano in qualche modo 'spiegare' il gesto. Si indaga per istigazione al suicidio, ipotesi di reato che consentirà di svolgere l'autopsia (non ancora fissata) e di fare accertamenti balistici sulla pistola regolarmente detenuta. Nei sei biglietti d'addio ai familiari sono state trovate solo poche parole di scuse e nessun riferimento al caso giudiziario che coinvolge Visibilia.
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