Costiera Amalfitana, l'americana uccisa dell'elica? "Lo skipper sempre al telefono"
È accusato di omicidio colposo e naufragio lo skipper alla guida dell'imbarcazione che giovedì scorso si è scontrata con lo scafo di un veliero, il Tortuga, provocando la morte della turista americana Adrienne Vaughan, 45 anni. La donna stava prendendo il sole a prua del gozzo, quando è stata sbalzata in acqua dalla collisione. A confermarlo in conferenza stampa il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli. Quest'ultimo ha sottolineato anche che finora sarebbero state ascoltate oltre 70 persone, tra cui il marito della vittima, ora ricoverato in ospedale, che verrà sentito di nuovo quando le sue condizioni di salute saranno migliorate.
Il procuratore, poi, ha spiegato che "sono in corso delle verifiche tese ad accertare la possibilità di ricostruire rotta e velocità delle due imbarcazioni anche attraverso l'eventuale presenza e l'eventuale funzionamento di apparati tecnici presenti sulle due imbarcazioni". Stando a quanto appreso dall'Ansa, il conducente della barca, un 30enne campano, sarebbe risultato positivo ai test tossicologici: si sarebbe messo alla guida dell'imbarcazione sotto effetto di cocaina. I valori della droga nel sangue, tuttavia, sarebbero risultati bassi. Per questo la Procura ha disposto ulteriori approfondimenti per capire quanto tempo prima dell'incidente l'uomo abbia fatto uso di sostanze stupefacenti. Un'altra testimonianza sullo skipper sarebbe arrivata direttamente dal marito della vittima Mike White che, come riporta il Messaggero, ai soccorritori avrebbe detto: "Stava sempre al telefono". Marito e moglie si trovavano sul gozzo insieme ai loro due figli, rimasti illesi.
Nelle scorse ore è emersa anche l'ipotesi che a colpire e uccidere la donna possa essere stata l'elica del gozzo su cui si trovava poco prima. A tal proposito, significativa è la testimonianza di Tony Gallo, comandante del Tortuga, che a Fanpage.it ha raccontato: "A circa 500 metri al largo della costa, una imbarcazione proveniente nel senso opposto inverte repentinamente la rotta ad una velocità tra i 20 e i 25 nodi, tagliandoci letteralmente la strada e quindi andando a impattare sotto la nostra prua. Al momento dell'impatto la mia imbarcazione aveva i motori fermi. L'altra, come si vede anche dai video consegnati alla magistratura, aveva ancora l'elica ingranata, anche dopo l'impatto".