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Genova, ragazzo decapitato: ecco perché gli hanno tagliato la testa

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C'è il movente per il barbaro assassinio di Mahmoud Abdalla, il ragazzino di Genova trovato cadavere vicino alla foce dell'Entella, nel Tigullio. Il diciannovenne, stanco di essere sfruttato nella barberia di via Merano, a Sestri Ponente, aveva denunciato i suoi datori di lavoro alla Guardia di Finanza nel corso di una ispezione. In più, racconta Matteo Indice sul Corriere, aveva minacciato di rivolgersi con maggior determinazione alle forze dell'ordine per rivelare un sistema di sostanziale sfruttamento al quale era sottoposta parte del personale impiegata nel salone, sebbene alcuni avessero formalmente una busta paga". Mahmoud si lamentava infatti con gli amici del trattamento inadeguato, aveva trovato un nuovo posto di lavoro, e chiedeva insistentemente a Abdelwahab Kamel alias Tito, gestore di fatto della barberia, di saldare le sue pendenze, agitando lo spettro d'una nuova denuncia

 

 

Nel pomeriggio di domenica 23 luglio, nell'alloggio-dormitorio che divideva con altri connazionali, sbarcati come lui in Italia Mahmoud, secondo la ricostruzione del Corriere, ha rinnovato le sue minacce confermando a Tito, presente Mohamed Ali, soprannominato Bob, di essere in procinto di essere assunto regolarmente da un altro parrucchiere. Tre coltellate al cuore: è morto così Mahmoud. Sia Tito sia Bob sono in carcere da quattro giorni, con l'accusa d'aver ammazzato il diciannovenne Mahmoud, smembrando poi il suo corpo e gettandone i resti in mare, vicino alla foce dell'Entella, nel Tigullio. Quella sull'intervento della Finanza, puntualizza Indice, è la novità più significativa nell'inchiesta, poiché permette di rischiarare almeno in parte il movente, ovvero la ritorsione alla denuncia per uno "sfruttamento" forse più profondo di ciò che finora è emerso.

 

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