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Meteo, Luca Mercalli: "Cumulonembi addio", cosa sta per travolgerci

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Da una parte calura estrema, con record infranti dopo 80 anni in Italia e punte infuocate in tutto il mondo. Dall'altra fenomeni temporaleschi violentissimi e devastanti, quasi in contemporanea e a distanza di poche centinaia di chilometri. Il quadro descritto dal meteorologo Luca Mercalli nella sua rubrica sul Fatto quotidiano è allarmante, laddove non impressionante. La tecnica è abbastanza semplice: catalogare in un lungo elenco tutti i disastri di questi ultimi giorni, anzi ore.

 

 

 

"Tra martedì 18 e mercoledì 19 luglio: 46,2°C a Decimomannu (Cagliari), 43,0°C a Olbia, 42,7°C ad Alghero, 42,2°C all’adiacente Capo Caccia", scrive Mercalli partendo dalla Sardegna, la regione più colpita dall'afa. Segue la Sicilia: "46,3°C a Licata, 45,8°C a Riesi, 45,2°C a Ribera". Quindi, "degni di nota, i 44°C di Lecce, mentre Roma-Ciampino con 39,7°C ha stabilito un record ottantennale per luglio".

 

 



Al Nord temperature alte, ma leggermente inferiori, con punte di 36-39°C ma l'elevata umidità presente nell’atmosfera padano-veneta "ha contribuito a innescare, al margine dell’anticiclone, temporali e grandinate devastanti". Violente raffiche di vento "discendente dai cumulonembi temporaleschi hanno scoperchiato tetti e abbattuto ampie porzioni di foresta nel Bellunese e in Alto Adige", e fenomeni analoghi sono avvenuti tra le province di Treviso, Vicenza, Padova e Venezia, quindi nel Mantovano, nel Cremonese, a Cernusco sul Naviglio alle porte di Milano. Nelle prossime ore, spiega Mercalli, i caldo tornerà potente "con punte intorno a 45 °C negli entroterra delle isole".

 

 

 

Lo stesso fenomeno si ripete identico nel mondo, con "il nuovo record catalano di 45,3°C, le temperature prossime a 30°C a 2.000 metri sulle Alpi marittime francesi, le soffocanti minime notturne di 34°C a Creta e gli incendi che in Grecia hanno costretto a evacuare migliaia di turisti e residenti". Inquitanti i 15,7°C registrati l’11 luglio sul Sonnblick in Austria, alla quota di 3.109 metri, "mai accaduto prima dall’inizio delle misure nel 1886, e per il secondo anno consecutivo il manto nevoso si sta per esaurire con eccezionale anticipo". 

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