Meteo, Paolo Sottocorona: "Basta sciocchezze, si angoscia la gente"
Da quando in diretta, nella striscia di L’Aria che tira (La7) dedicata alle previsioni, il meteorologo Paolo Sottocorona ha definito «sciocchezze» le tesi allarmistiche dei giornali italiani sul caldo anomalo, è diventato suo malgrado simbolo di «negazionismo climatico». Invece, ha solo detto la verità. «Combatto, si fa per dire, da tempo contro le modalità con cui sono stati presentati in alcuni casi questi fenomeni climatici. Non nego affatto i cambiamenti, sono 50 anni che li conosco be ne».
Allora cosa la turba?
«La forma, visto che sono abituato a discutere della sostanza. Da almeno 3 settimane si parla di “Italia a 47 gradi”, di “ondata rovente” e “onda di calore”, quando siamo solo nel periodo statisticamente più caldo dell’anno».
Quindi l'emergenza non c’è?
«L’emergenza c’è. Ed è quella che riguarda non tanto i fenomeni estremi quanto la loro frequenza. Le possibilità che si verifichino stanno diventando più strette. È quello ciò di cui dobbiamo preoccuparci. Le faccio una domanda io...».
Prego...
«Se l’anno prossimo dovesse essere normalissimo dal punto di vista meteorologico, non ci sarebbe cambiamento climatico? C’è eccome. Sembra che sia diventato indispensabile iperbolizzare, fare allarmismo, diffondere quello che chiamo “terrorismo termico”...».
Cosa?
«Sì, è terrorismo termico, una cosa che dovrebbe essere perseguibile al pari del procurato allarme. In Italia il numero di persone vulnerabili e indifese è enorme. Ci sono centinaia di migliaia di famiglie che non hanno aria condizionata, se viene ripetuto loro di continuo che “ci sono 47 gradi” si angosciano, magari si ammalano, certamente si svegliano al mattino percependo i famosi 47 gradi anche se fuori ce ne sono 26».
Ma quando parla di «terroristi termici» a chi si riferisce? Ai giornalisti?
«Non voglio gettare croci. La stampa svolge il suo ruolo rilanciando teorie che sente altrove, magari vestendole in un certo modo per fare clic e generare introiti. Ma da qualcuno quelle teorie deve pur prenderle. Ci sono colleghi “veri” che non si sono mai sbilanciati con certe dichiarazioni».
E quelli “finti”?
«Parlano senza avere nessun titolo. Che a sua volta non significa per forza non avere competenze. Conosco appassionati di meteorologia che non hanno titoli ma capiscono la portata degli eventi e non si sognerebbero mai ora di dire che “in Italia fanno 47 gradi”».
Ma allora quest'ondata di calore c’è o non c’è?
«Siamo in una fase calda che fino a oggi non è stata così estrema. Significativa, ma non estrema. I 40 gradi sono stati toccati ma senza che nessuno si sia posto la domanda principale: dove, quando e per quanto. Se una temperatura massima di 47 gradi viene rilevata per un minuto in qualche posto nell’entroterra della Sardegna si può parlare di caldo estremo in tutta Italia? No, ma non significa minimizzare, anche perché di fenomeni preoccupanti ce ne sono anche se non fanno notizia».
Ad esempio?
«Le temperature medie sono state superate un po’ ovunque, anche di 4 o 5 gradi, ma non avendo superato la soglia dei 40 non fanno notizia e invece sono aspetti molto seri. Il clima è un sistema. Un grado in media in più e rischia di impazzire».