Alluvione, Figliuolo: "Cosa non faremo". Soldi, l'avvertimento a Bonaccini e Pd
La Romagna alluvionata non diventerà una nuova Irpinia. Lo dice a chiare lettere il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario alla ricostruzione, in audizione in Commissione Ambiente alla Camera. L'uomo indicato dal governo per rimettere in piedi Emilia e Romagna devastate dal maltempo lo scorso maggio, al posto del governatore Pd Stefano Bonaccini, scandisce in aula: "Bisogna fare in maniera veloce, non affrettata, ma fare bene, cioè essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno. Io vengo dalla Basilicata e purtroppo nel terremoto che colpì negli anni '80 la Basilicata e l'Irpinia si assistette a dei fenomeni che qui sicuramente non capiteranno, però ritengo che a tutti i livelli un minimo di controlli veloci, informatizzati, vanno comunque fatti perché io, e voi me lo insegnate in quanto parlamentari, abbiamo il dovere morale e cogente di dare a chi ha patito i danni".
"Bisogna fare il lavoro in maniera scientifica, tenendo conto che probabilmente i vecchi paradigmi potrebbero non essere quelli attuali - prosegue il generale di fronte ai deputati di tutti gli schieramenti -. Noi parliamo di fenomeni sui quali oggi non ci sono neppure le statistiche" perché quelle più vecchie "nel giro di pochi anni sono state totalmente smentite o hanno subito dei cambiamenti davvero rilevanti".
"Serve una messa insicurezza iniziale, per cui a ottobre con le nuove piogge ci sia un minimo di garanzia. Poi l'apertura delle scuole è uno dei pensieri primari, non averle aperte implicherebbe tragedie di tutti i tipi - prosegue ancora Figliuolo, che ha vissuto tormenti analoghi durante l'emergenza Covid -. Dopodiché parliamo di quella che sarà la ricostruzione: coinvolgeremo i territori, gli esperti e anche il mondo accademico".