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Pietro Orlandi, il mistero: l'assunzione allo Ior e la "conversione" su Wojtyla

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Le parole di Pietro Orlandi su Papa Wojtyla qualche mese fa hanno scosso l'opinione pubblica. Ospite di una trasmissione televisiva, il fratello di Emanuela, la 15enne scomparsa a Roma nel 1983, disse: "Mi dicono che la pedofilia era su, molto in alto… E che il papa usciva la sera con due monsignori, certo non per benedire le case…". Ai tempi della scomparsa della ragazza, invece, a casa Orlandi Wojtyla era considerato un papa carismatico e sensibile. Tant'è che i genitori affidarono le loro speranze di riabbracciare la figlia proprio a lui, Giovanni Paolo II.

 

 

 

Il Corriere della Sera, in un articolo dello scorso aprile, scrive che nonostante le "critiche degli ultimi dieci anni" il Papa "nella vita di Pietro è stato una figura cruciale, presente nei momenti topici. Fu lui ad assumerlo allo Ior, la banca vaticana, dove Pietro conobbe Patrizia, sua moglie e madre dei sei figli. L'episodio l'ha raccontato lui stesso nel libro 'Mia sorella Emanuela'. Era il 24 dicembre 1983, vigilia di Natale". La sintonia con Wojtyla sarebbe durata fino al 2011, anno in cui mamma Maria partecipò alla cerimonia di beatificazione. Poi ci sarebbe stato il cambio di rotta. Tanto che in un'occasione, come scrive sempre il Corsera, Orlandi avrebbe detto: "La colpa di Giovanni Paolo II? Aver fatto calare una cappa di silenzio sulla vicenda di Emanuela".

 

 

 

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