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Vittorio Feltri: diamo le case popolari agli anziani e ai carabinieri

Vittorio Feltri
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Non riesco a capire la logica che ispira la politica relativa all’edilizia popolare. C’è chi preme affinché gli appartamenti sfitti dell’Aler siano assegnati ai profughi, cioè agli extracomunitari. Non dico che questi poveracci debbano diventare tutti clochard e vivere per strada su giacigli di cartone. Ci mancherebbe. Ma esistono delle priorità che andrebbero rispettate.

Personalmente ho presentato alla Regione Lombardia una proposta: approvare cioè una legge che privilegi gli ultra settantenni che percepiscono una pensione minima insufficiente a sostenere il peso di una pigione di mercato, elevatissima nelle città e insostenibile a Milano.

Non solo, credo sia necessario riservare gli alloggi pubblici alle forze dell’ordine che percepiscono stipendi miserrimi, inadeguati per pagare l’affitto nella metropoli, dove notoriamente un quartierino sia pure di piccole dimensioni comporta l’esborso di cifre insostenibili per un agente stipendiato dal Comune o dallo Stato.

Mi risulta che, per esempio un carabiniere che svolga servizio a Milano, sia costretto ad abitare in provincia o addirittura a Pavia o Vigevano dove i prezzi delle case sono accessibili a chi ha un reddito basso. Costringere un appuntato ogni mattina ad alzarsi presto per affrontare una trasferta per recarsi sul posto di lavoro è non solo una crudeltà, ma incide negativamente sulla qualità delle sue prestazioni professionali.

 

ABUSIVI
Chi sgobba dalla mattina alla sera per mantenere l’ordine pubblico, uomini che notoriamente ricevono compensi mensili irrisori, hanno il diritto alla sera di rientrare in famiglia senza dover percorrere quaranta o cinquanta chilometri in macchina o in moto per raggiungere la famiglia. Cioè un esercizio snervante se si tiene conto del traffico stradale. Occorre tener conto che gli edifici popolari sono copiosamente disponibili in quasi tutti i centri lombardi.

Molti dei quali sono occupati abusivamente, altri pure numerosi necessitano di restauro per essere disponibili sul mercato, altri ancora sono vuoti. Pertanto non sarebbe difficile con investimenti limitati a risolvere il problema che abbiamo denunciato.

Naturalmente sarebbe necessario che gli enti preposti alla cura del settore non facessero orecchio da mercante ma si organizzassero subito, senza perdere altro tempo in discussioni sterili. Ricordo ai politici odierni che nell’immediato Dopoguerra Amintore Fanfani, un grande democristiano, fece costruire centinaia di palazzine destinate alla povera gente che aveva perso tutto. Dopo di lui l’Italia non ha coltivato intensamente l’edilizia popolare, cosicché oggi c’è fame di case a buon prezzo, ma nessuno ci fa caso e il dramma sociale della mancanza di abitazioni si acuisce ogni giorno.

 

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