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Valentina Selvaggia Mannone, lo sfogo: "Mi dicevano f*** di legno"

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Ha ingoiato rospi pur di mantenere il posto di lavoro. Lei come tante altre colleghe donne in Italia è stata molestata sessualmente dai suoi capi ma ora ha deciso di metterci la faccia e raccontare anche la sua esperienza nel mondo della pubblicità. Valentina Selvaggia Mannone, copywriter 41enne con 17 anni di esperienza nel mondo della comunicazione, tra Milano, Roma e Torino, ne è uscita con l'aiuto di uno psicologo e ora ha accolto l'invito di Tania Loschi che sta raccogliendo decine di segnalazioni di lavoratrici nel settore della pubblicità: “Denunciate. È una battaglia di tutte le donne”. E così Valentina ha fatto. Con una intervista su Repubblica ha raccontato "i continui commenti sul mio seno prosperoso". "Le battute mi infastidivano e appena lo manifestavo venivo sminuita e definita una figa di legno", rivela a Gabriella Cantafio aggiungendo particolari agghiaccianti come la "selezione" per i clienti. "Spesso a seguire i progetti inserivano colleghe più compiacenti o che addirittura rispecchiavano il gusto estetico di quel determinato cliente", racconta la copywriter ammettendo che questo genere di atteggiamenti l'hanno portata a sentirsi sbagliata. "Era questo che ci inculcavano e finivamo in bagno a piangere. Anche se il mio carattere, quando mi sento vessata, mi porta a ribellarmi e diventare fredda e distaccata. Tanto che un superiore, una volta, mi chiese di ammorbidirmi ed essere più bagascia”. Spiega Valentina che "seppur nauseata, capii che non c’era una vera e propria allusione sessuale, intendeva che dovevo mostrarmi più piaciona e accomodante".

 

Valentina sostiene di essere stata cresciuta "con un modello errato, secondo cui era normale sopportare questi soprusi, altrimenti si perdeva il posto di lavoro". "Avendo subito episodi del genere in varie agenzie, sono arrivata a credere di essere io il problema", spiega la copywriter rivelando che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’umiliazione di un capo durante una riunione davanti a tutti. "Mi addossò la colpa di un errore che non dipendeva da me. Mi attaccò perché tentai di smentirlo, voleva usarmi come scudo. Sono scoppiata", ammette Valentina. Poi però ha iniziato un percorso con uno psicologo "per prendere consapevolezza degli abusi subiti e riacquistare fiducia nelle mie abilità lavorative. C’è voluto tempo per ripartire". "Col senno di poi non ricadrei in tanti errori", conclude la donna invitando tutte le donne che subiscono molestie sul luogo di lavoro a denunciare

 

 

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