Vittorio Feltri, una feroce verità su Kata: "Di cosa è vittima questa bimba"
Poche cose funzionano peggio delle amministrazioni comunali, specialmente se guidate dalla sinistra, essendo questa particolarmente tollerante quando si tratta di occupazioni abusive, borseggio sui mezzi pubblici e generi criminali affini. Dove si può chiudere un occhio i progressisti, che amano strafare, ne chiudono due, se solo potessero, persino tre, così accade quello che è di recente accaduto: una bambina è scomparsa in pieno giorno dall’edificio in cui viveva con la madre, una palazzina interamente occupata, un albergo rimasto vacante e prontamente abitato da immigrati i quali pagavano abitualmente l’affitto ai gestori del racket, che, a quanto pare, non disdegnavano affatto il ricorso alle maniere forti, addirittura sanguinarie, per indurre gli inquilini a versare tutto il dovuto e in modo puntuale.
L'urlo di Kata prima di sparire: "Cosa ha detto la bimba", la testimone vuota il sacco
Ci siamo accorti di questa situazione di generale illegalità, che pure stava sotto lo sguardo di chiunque ed era arcinota a chiunque in quanto subita e lamentata dagli abitanti della zona, solamente perché Kataleya Alvarez, 5 anni, è stata rapita intorno alle 15 di sabato 10 giugno dall’ex hotel Astor, a Firenze. Adesso ci stupiamo di come sia stato possibile che una creatura sia stata vittima di un crimine così terribile, quale il sequestro di persona, nel cuore di una città come Firenze. Eppure è chiaro che una bimba lasciata incustodita, libera di entrare ed uscire, di girare in lungo e in largo, su e giù per un palazzo che sembra essere il quartier generale della mala, mentre gli adulti sono in altre faccende affaccendati e si guardano bene dal sorvegliare figli e nipoti, è una infanzia soggetta ad ogni fattispecie di delitti. Ecco perché il clima di generale tolleranza, ma diciamo pure lassismo, anche e soprattutto da parte delle istituzioni, il quale ha permesso che germinasse e si sviluppasse, consolidandosi, codesta situazione di totale irregolarità, è la condizione presupposta che ha generato la sparizione di Kata.
"Non faccio il nome di quell'uomo": Kata, la frase della madre fa calare il gelo in tv
Finché non verrà posto un argine al dilagare incontrollato dell’abusivismo assisteremo inevitabilmente al proliferare della devianza e del banditismo in ogni forma e declinazione e sarà sempre più facile che siano coinvolti i minori, in quanto sono essi i soggetti più fragili ed esposti. Quanti edifici attualmente, da Nord a Sud, nelle grandi come nelle piccole città, sono nelle mani di bande criminali che la fanno da padrone, stabilendo tariffe, organizzando gli affari sporchi all’interno di quelle mura, seminando sia dentro che intorno il terrore? Non sono pochi. Sono semmai troppi. E ritengo che dovremmo smetterla di considerare quei luoghi delle aree franche in cui la polizia è inutile che ci ponga piede “ché tanto non cambia nulla”. Urge mettere ordine e liberare tutte le strutture occupate, riqualificarle e magari conferire loro, ove possibile, una pubblica utilità, per ora esse possiedono soltanto una pubblica dannosità. Non so se Kata e i suoi genitori potranno mai riabbracciarsi, ma intanto facciamo in modo che questa tragedia ci insegni quantomeno qualcosa e segni un cambiamento di cui si avverte l’esigenza e non più prorogabile.