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Autopsia su Giulia: 37 coltellate, poi lo scempio sul corpo: come è morta

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Trentasette coltellate, forse quaranta, di cui due mortali al collo: Giulia Tramontano la sera del 27 maggio scorso non aveva alcuna possibilità di salvarsi dalla violenza omicida del compagno Alessandro Impagnatiello. L'uomo dal quale aspettava un figlio l'ha colpita dietro la schiena, le ha perforato i polmoni, l'ha sfregiata sul sopracciglio, ma sono state due le coltellate che l'hanno uccisa: quelle al collo che hanno reciso la carotide e la succlavia - l’arteria sotto la clavicola. Lei non ha nemmeno tentato di difendersi. 

 

Sono questi i primi risultati dell’autopsia condotta all’Istituto di medicina legale di Milano con gli accertamenti dei consulenti della Procura, coordinati dal professore Andrea Gentilomo, insieme a specialisti per la parte tossicologica ed entomologica. Le ferite si concentrano sulla parte alta del corpo di Giulia e non è stato colpito il feto della ragazza al settimo mese di gravidanza. Le ferite parrebbero compatibili - ma servono ulteriori accertamenti - con il coltello indicato dal femminicida reo confesso. Per via delle ustioni sul corpo, causate dal tentativo di Impagnatiello di bruciare il cadavere, è difficile datare con esattezza l'orario della morte, avvenuto verosimilmente sabato 27 maggio dopo le ore 20. Per altri accertamenti sul feto, che potrebbero aggravare il capo di imputazione, così come sugli esami tossicologici - nello zaino di Impagnatiello sono stati trovate due bustine di veleno - sarà necessario più tempo per avere delle risposte. 

 

 

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