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Alluvione in Romagna, "acque contaminate": orrore, cosa stanno tirando fuori

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A diversi giorni dall'alluvione in Romagna, la conta del disastro ambientale non è ancora terminata. L'inviato di Tagadà, su La7, si collega da Ravenna, la cui provincia dall'Appennino sopra Brisighella a Faenza risalendo su fino a Lugo, è stata la più martoriata. In particolare Conselice, paesino collocato in un vero e proprio "imbuto", è diventato il simbolo del dramma rimanendo immerso in acqua e fango per settimane, costringendo gli abitanti all'evacuazione per rischio sanitario. 

 

 

 

Ancora oggi, la situazione è critica, con centinaia di pesci emersi, morti, dalle acque dei canali. "E' stata una tempesta perfetta - spiega la professoressa Lisa Zaccaroni, docente di Tossicologia con un corso di Acquacultura all'Università di Bologna -, c'è stato sversamento di acque con elevate quantità di limo e acque che provenivano da Conselice e dai campi circostanti, con grandi quantità di sostanze chimiche. L'abbassamento elevato di ossigenazione ha portato alla morte dei pesci".



Alluvione in Romagna, strage di pesci: guarda il video di Tagadà

 

Le immagini dei pescatori impegnati a ripulire l'ambiente, con migliaia di pesci recuperati senza vita nelle reti, sono francamente impressionanti. "Vogliamo sperare - sottolinea l'esperta - che non tutta la popolazione di pesci sia morta, il tratto a monte di Conselice non è stato impattato dalla situazione ma i tempi del ripopolamento non sono però definibili". Quali sono i rischi ora? "Si parla comunque di acque contaminate - conclude la professoressa -, non sono acque potabili e a uso civile ma purtroppo si riverseranno in mare".

 

 

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