Papa Francesco operato, la confessione dell'arcivescovo: "Improcrastinabile"
Nel pomeriggio di mercoledì Papa Francesco è stato sottoposto al policlinico Agostino Gemelli ad un intervento chirurgico d'urgenza per una "laparotomia e plastica della parete addominale con protesi", stando a quanto diramato dalla sala stampa della Santa Sede. La degenza, è già chiaro, durerà diversi giorni. Annullati tutti gli impegni almeno fino al 18 giugno. Questa è la terza volta che Bergoglio viene ospedalizzato in quello che viene ormai da tempo definito il “il Vaticano numero 3” (copyright di Giovanni Paolo II), dopo lo Stato e Castel Gandolfo, s’intende. La prima fu nel luglio 2021, quando fu operato per una stenosi diverticolare; la seconda solo tre mesi fa, a marzo, per una brutta polmonite che qualcuno aveva invece ipotizzato essere un infarto. E d’infarto qualche malalingua pettegola aveva parlato ancora avanti ieri, quando Francesco era stato visto arrivare al Gemelli intorno alle 10.40, salvo poi uscire, sempre a bordo della Fiat 500 ormai d’ordinanza, meno di un’ora dopo. Controlli di routine, s’era detto.
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Invece mercoledì, verso le 11.30, l’annuncio: «Il Papa sarà sottoposto oggi stesso, nel primo pomeriggio, ad un intervento con laparotomia all’addome», specificando che «lo stesso sarà effettuato in anestesia totale» e che «l’operazione, concertata nei giorni scorsi dall’equipe medica che assiste Sua Santità, si è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti». Qualcosa di molto simile al geroglifico per noi profani senza giuramento di Ippocrate, ma certamente non uno scherzetto.
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NECESSITÀ CHIRURGICA
E infatti grandissima apprensione è immediatamente scaturita nell’oltre miliardo di cattolici (e non solo in quelli) del pianeta, ma sicuramente il più preoccupato è stato l’augusto paziente. «Non mi sottoporrò ad un nuovo intervento, l’anestesia di quello del 2021 mi ha causato strascichi fisici che non voglio ripetere» aveva detto Francesco a quanti, lo scorso anno - quando era apparsa evidente la necessità di un’azione chirurgica al ginocchio destro afflitto da una seria gonalgia - gli avevano prospettato questa strada per evitare la sedia a rotelle. Niente da fare, Francesco non aveva voluto assecondare né il suo osteopata e neppure l’equipe medica che lo segue costantemente optando piuttosto per le cure laser e la fisioterapia, troppa la paura di una nuova sedazione totale. D’altronde egli stesso in quell’occasione aveva detto: «Non si governa con il ginocchio, ma con la testa». Irremovibile.
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QUADRO CLINICO
E allora cosa ha convinto stavolta il Papa a sottoporsi all’anestesia generale che tanto lo intimoriva? La risposta ce la dà un arcivescovo di curia che vuol rimanere nell’anonimato: «Già a marzo, in occasione del ricovero per tutt’altra questione ma che aveva comportato un check-up completo, era emerso un quadro clinico addominale preoccupante. Le recrudescenze del male che aveva afflitto il Santo Padre nel 2021 erano tornate a dare preoccupazione. All’augusto paziente era stato consigliato un intervento chirurgico già allora, ma aveva negato con fermezza il suo assenso». Solo nei giorni scorsi, ci viene confermato, «al pontefice è stata prospettata la concreta possibilità di un blocco intestinale in qualsiasi momento, non si poteva più aspettare. Ne valeva della sua incolumità e probabilmente della sua stessa sopravvivenza».
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Di fronte a questa prospettiva agghiacciante, anche il più restio dei pazienti avrebbe alzato bandiera bianca affidandosi al volere dei medici ed è quello che, fortunatamente, ha fatto Papa Francesco. L’intervento all’addome è durato circa tre ore ed è terminato poco prima delle 18 di ieri pomeriggio, successivamente il pontefice è stato riportato nell’appartamento a lui riservato al decimo piano del Gemelli. Secondo una nota della Sala Stampa vaticana, non ci sarebbero state complicazioni. La degenza, come detto, durerà diversi giorni (nel 2021 furono dieci) ed è ancora troppo presto per capire se Francesco sarà in grado di ottemperare agli impegni internazionali già previsti nell’agenda papale, quello in Portogallo (in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù) dal 2 al 6 agosto e quello in Mongolia alla fine dello stesso mese.