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Giulia Tramontano, quegli ultimi sms sul gatto Cricchi: un risvolto straziante

Alessandro Dell'Orto
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Cricchi ha lo sguardo spaesato e il pelo bianco, la coda grigia voluminosa e si muove con attenzione. Osserva, annusa, strizza gli occhioni azzurri. Girovaga nell’erba del giardino avvicinandosi agli sconosciuti senza timore, quasi incuriosito da tanto insolito caos. Poi se ne va solo e deluso, in cerca della casa che non c’è. E dei padroni che non ci sono più. Chicchi è un dolcissimo gattone - presumibilmente di razza Ragdoll - che da dieci giorni non ha più la sua famiglia, le routine di tutti i giorni, i soliti cuscini su cui sonnecchiare, il tiragraffi a due piani là nell’angolo a destra dopo la porta d’ingresso. Era il micione di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello e viveva con loro nell’appartamento al primo piano di via Novella 14/A a Senago. Già, proprio nella maledetta casa in cui lo scorso 27 maggio si è consumato il femminicidio più atroce: Alessandro, nel salone, ha ammazzato a coltellate la fidanzata Giulia, incinta al settimo mese, e poi ha cercato di bruciarne il corpo nella vasca da bagno.

 


TELECAMERE E CRONISTI
Un delitto confessato solo giorni dopo dal 30enne barman - ora rinchiuso nel carcere di San Vittore -, il quale ha nascosto il cadavere della ragazza in un’intercapedine dietro a un edificio a poche centinaia di metri di distanza dall’abitazione e cercato di depistare le indagini con finti messaggi e telefonate. Cricchi, che al primo piano di via Novella non può più tornare, ora è solo e frastornato, senza più punti di riferimento, è stato adottato da un vicino e passa gran parte del tempo all’aperto, tra i cronisti e i cameraman che quotidianamente sono appostati di fronte alla villetta. E proprio il gatto è stato al centro dei messaggi whatsapp della coppia (nella chat ricostruita e verbalizzata da chi indaga) in quel 27 maggio, prima che tutto degenerasse fino ad arrivare all’omicidio che, più passa il tempo, più si sospetta fosse premeditato (secondo l’accusa il barman, qualche giorno prima del delitto, avrebbe cercato sul web “veleno topi umano” e in casa durante il sopralluogo dello scorso giorno è stata trovata una confezione di topicida: fatto tra l’altro insolito per chi vive con un felino e quindi non ha problemi di topi).


Alessandro Impagnatiello quella mattina alle 12.12 scrive a Giulia per chiedere informazioni sul micio, che è stato portato dal veterinario: “Cricchi???”. Lei risponde immediatamente: “Mi hanno scritto in questo istante. Lo vado a prendere”. E lui: “Fai foto poi!”, con faccina sorridente. Alle 12.36 Giulia riscrive ancora per aggiornare sulla situazione, probabilmente dopo essere andata a recuperare il micio: “Ora non parla e fa l’offeso. Comunque hanno detto che dobbiamo prendere le fialette antipulci, gliele vado a comprare in questi giorni. Arca Planet le ha?”. Risposta del barman: “Sisi ce le hanno loro!”.

 


GLI OCCHIONI AZZURRI
Una normale conversazione di coppia, la preoccupazione per la salute del gatto di casa, tutto nella norma e nella quotidianità di una convivenza felice. Solo in apparenza. Perché poi, solo poche ore più tardi, scoppia l’inferno. Litigi, discussioni, accuse, tradimenti e infine l’assurdo epilogo con l’aggressione e la morte di Giulia e del piccolo Thiago che teneva in grembo e che sarebbe dovuto nascere dopo due mesi. Chissà dove era Cricchi in qui terribili istanti, chissà dove è scappato, chissà quanto ha sofferto nelle ore successive, con il barman impegnato a pulire la casa, nascondere le prove, a disfarsi del corpo della fidanzata ammazzata. Ora Cricchi è solo e ha perso le abitudini quotidiane che tanto adorano i gatti, ma non la voglia di ripartire. Ha già trovato chi si prende ancora cura di lui. E, con quegli occhioni azzurri capaci di conquistare chiunque, va in cerca di nuove carezze. E nuovo affetto.

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