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Verona, la Polizia rimuove ispettore e 4 agenti: "Accusati di reato di tortura"

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Il personale della Polizia di Verona ha eseguito questa mattina un'ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di un ispettore e quattro agenti per presunti atti di violenza tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia perché momentaneamente private della libertà personale. Le indagini, condotte per otto mesi dalla Squadra Mobile di Verona, su delega della locale procura, hanno contemplato anche l'uso di supporti tecnici e hanno riguardato comportamenti che sarebbero sfociati anche in atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti di polizia. Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato e abuso d'ufficio. Le gravi vicende oggetto di accertamenti hanno formato oggetto di accurate e rigorose indagini delegate dall'autorità giudiziaria alla Polizia di Verona, si sottolinea nella nota della questura, "la cui professionalità nell'azione investigativa è stata, peraltro, evidenziata dal gip nell'ordinanza che ha disposto le misure cautelari segnatamente in riferimento all'encomiabile efficienza e sollecitudine dimostrata nello svolgimento delle investigazioni". 

La vicenda, grave, testimonia dunque alcuni punti importanti: nessun tentativo di insabbiamento, anzi è stata la stessa Polizia a inchiodare di fatto il comportamento di cinque suoi esponenti. Se le accuse verranno dimostrate in sede processuale, si vedrà. In ogni caso, si tratta di quelle che in gergo vengono definite "mele marce", isolate e punite dallo stesso corpo. Sui social è già partito il canovaccio della polemica politica sul reato di tortura e il governo di centrodestra, ignorando un elemento-chiave: l'inchiesta è partita 8 mesi fa, ben prima della vittoria del centrodestra, quindi ogni pretestuoso attacco alla "Meloni fascista" e al "regime di polizia" non appare solo strumentale, ma direttamente infondato. 

Peraltro, i poliziotti destinatari "delle misure cautelari" eseguite oggi dalla polizia "erano già stati trasferiti ad altri incarichi all'indomani della chiusura delle attività di indagine e quindi da alcuni mesi", sottolinea ancora la Questura di Verona in una nota. "Dopo i successivi accertamenti giudiziari", il questore della provincia di Verona "ha altresì disposto - si chiarisce - la rimozione dagli incarichi di altro personale che, pur non avendo preso parte a episodi di violenza, si presume possa non aver impedito o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi". Una operazione, dunque, di trasparenza e pulizia interna totale.

"Ringrazio la Procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla Polizia di Stato nel delegare alla locale Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa Questura - ha commentato il Capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani -. La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre".

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