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Emanuela Orlandi, si mette male? Cosa sta succedendo in Parlamento

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Si è inceppato a Palazzo Madama l'iter per istituire la Commissione d'inchiesta sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il testo è passato all’unanimità alla Camera dei Deputati, ma al Senato ha subito un sostanziale rallentamento. Dal punto di vista politico la commissione è stata richiesta solo da esponenti dell’opposizione, del Pd, del Movimento Cinque Stelle e di Azione, primo firmatario Roberto Morassut storico esponente della sinistra romana. Nel febbraio scorso la questione ha investito i piani alti di Palazzo Chigi che aveva chiesto al Parlamento un rinvio per non meglio chiariti “approfondimenti”. 

 

 

Gli approfondimenti sarebbero stati fatti direttamente in Vaticano: alcune fonti rivelano al Riformista che Giorgia Meloni ha personalmente tenuto a comunicare a Papa Francesco dell’avvio delle indagini parlamentari: un'ulteriore spia che segnala l’importanza della questione. Del resto la commissione parlamentare d’inchiesta influenzerà a lungo i rapporti tra Roma e Città del Vaticano e avrà un riflesso sullo stesso pontificato di Papa Francesco. I motivi sono molteplici e così legati tra loro che è facile immaginare un impatto geopolitico dell’indagine della Commissione. Ciò che ha detto Bergoglio - già infastidito da alcune dichiarazioni di Pietro Orlandi alla premier Meloni quando gli ha prospettato l'idea dell'inchiesta parlamentare non è dato sapere. In compenso Giacomo Galanti rivela su Repubblica che è cominciata la melina. L’ultimo rallentamento arriva da parte del senatore Marco Lisei di FdI, con la richiesta di sentire prima del voto finale alcune persone tra cui l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e quello attuale Francesco Lo Voi.

 

 

Da parte sua Morassout spinge affinché il Senato approvi celermente la costituzione della Commissione d’Inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. "Per rispetto della pubblica opinione e del Parlamento stesso", puntualizza il dem a 9Colonne. "È ormai evidente che dal giorno in cui si è capito che il Parlamento se ne sarebbe davvero occupato è ripresa la giostra dei depistatori, degli esibizionisti, dei furbi che cercano di creare nuove cortine fumogene. Invece serve un lavoro serio, di setaccio e di collaborazione delle massime istituzioni italiane e vaticane". "La commissione a questo serve", chiude Morassout. "La si approvi senza più ritardi”.

 

 

 

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