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Senago, il gesto di Impagnatiello subito dopo l'arresto (che svela molte cose)

Alessandro Impagnatiello

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Alessandro Impagnatiello ha confessato l'omicidio della sua compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, dopo cinque giorni di bugie. Cinque giorni in cui si era pensato a un allontanamento volontario. L'uomo, barman di 30 anni, è crollato davanti agli investigatori solo nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Quando i carabinieri lo hanno scortato dalla sua casa di Senago in carcere, lui - come riporta il Corriere della Sera - prima di salire in macchina si sarebbe fermato davanti a una vetrata e si sarebbe specchiato nel riflesso, sistemandosi bene il cappellino da baseball che aveva in testa.

 

 

 

Per i magistrati, Impagnatiello è un "narcisista manipolatore". L'uomo avrebbe confessato di aver ucciso la fidanzata per lo stress della situazione. Il 30enne, infatti, aveva una relazione parallela. E pare che, dopo aver saputo dei suoi tradimenti, anche a lavoro qualcosa fosse cambiato: tutti avrebbero cominciato a chiamarlo "lurido". 

 

 

 

Tornando alla confessione, il Corsera fornisce ulteriori dettagli: "Parte spedito, parla senza pause, non piange. Prende tempo solo quando le domande degli inquirenti chiedono dettagli sugli orari e interrompono il suo monologo. È seduto, le braccia conserte. Quando arriva alle parti più rude distende la schiena, impettito". La sera prima del crollo, il 30enne era rimasto bloccato in macchina per diversi minuti. E a un certo punto, erano partiti calci contro la fiancata e urla da parte di alcuni abitanti della zona: "Assassino!", "Pezzo di mer**". Dopo gli attacchi, varcata la porta di casa, avrebbe ammesso d’aver ucciso Giulia.

 

 

 

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