Frutta e verdura, prezzi folli: cosa sta succedendo nei supermercati
Ciascun italiano, indipendentemente dall’età, ha consumato in media nei primi tre mesi dell’anno ben 4 chilogrammi in meno di frutta e verdure rispetto al 2019 e quasi 2 chili in meno sul 2022. La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno. Gli acquisti di vegetali da parte delle famiglie italiane ammontano da gennaio a marzo a un milione e 270mila tonnellate, con un decremento dell’8% sullo stesso periodo 2022. È questo lo scenario che emerge dalle elaborazioni statistiche dell’Osservatorio di mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da Gfk Italia. Diverse le motivazioni di fondo di questa situazione che esprime uno spaccato significativo sul fenomeno più vasto dei consumi in calo. Le vendite crescono a valore per effetto dell’inflazione che gonfia i prezzi ma scendono a volume. In pratica spendiamo di più per mangiare meno. E le tensioni sui prezzi al consumo restano alte anche nell’ultima rilevazione Istat sul carovita, con i dati provvisori di maggio. I prezzi dei vegetali freschi escluse le patate sono cresciuti del 13,9% sull’anno, rispetto al rincaro del 7,6% fatto segnare ad aprile. Per fermarci al primo trimestre, i prezzi medi di acquisto per l’ortofrutta su base trimestrale segnano un +8% nel 2023 rispetto al primo trimestre 2022 mentre allungando il confronto a cinque anni, il differenziale aumenta fino a raggiungere il +21%. Rispetto al 2018 frutta e verdura sono rincarate quasi di un quarto.
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TROPPO CARA La frutta nel trimestre è stata acquistata per un volume complessivo di 644mila tonnellate, il 10% in meno sul 2022, che a sua volta aveva già segnato un forte ribasso. Per la prima volta la componente frutticola scende al di sotto delle 700mila tonnellate. E nonostante gli aumenti di prezzo il saldo per la sola frutta è comunque negativo, con la spesa calata in valore del 2% a 1,32 miliardi di euro. Per avere un’idea di cosa stia accadendo, il prezzo medio di acquisto della frutta è passato da 1,90 euro al chilogrammo del primo trimestre 2022 a 2,06 euro al chilo registrati fra gennaio e marzo scorsi. Il volume degli ortaggi acquistati nel primo trimestre del 2023 si avvicina alle quantità registrate per la frutta. Con 635mila tonnellate gli ortaggi accusano un -6% sul corrispettivo del 2022 ed un -13% a cinque anni. La spesa totale in ortaggi nel periodo è di circa 1,5 miliardi di euro, mentre il prezzo medio segna un incremento salendo a 2,06 euro al chilo, con un +8% sul primo trimestre 2022.
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SU PERE E KIWI Venendo al dettaglio per le singole varietà, fra le prime dieci specie di frutta acquistate in termini di volume nei primi tre mesi dell’anno, solamente pere e kiwi registrano un segno positivo. Le pere, con poco più di 27mila tonnellate, segnano un +29% e i kiwi registrano un aumento del 5%, attestandosi ad un volume di 24mila tonnellate. Le arance scendono del 10%, le clementine addirittura perdono il 22% in volume e i limoni il-16%. Le mele, secondo frutto più acquistato dagli italiani nel primo trimestre, registrano un -8% e le banane, che seguono a ruota arance e mele, un -9%. Anche la campagna fragole non è partita bene e segna negli acquisti un calo del 9%. C’è attesa per i dati sulla frutta estiva: pesche, albicocche e angurie.
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