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Giulia Tramontano, l'orrore della Stampa: cosa pubblica (e poi rimuove)

Annalisa Cuzzocrea

Hoara Borselli
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Ieri sulla Stampa online è apparso un titolo, poi rimosso, che mi ha fatto sobbalzare. Credo non abbia lasciato di stucco solo me. Lo trascrivo: “Al Paese serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare alle ragazze a salvarsi”. Il riferimento è all’uccisione di Giulia Tramontano. L’ennesimo femminicidio di quest’anno. Il pezzo era firmato da Annalisa Cuzzocrea. I cosiddetti femminicidi sono il delitto più frequente.

 

 

E alla redazione della Stampa che reazione hanno avuto, di fronte a questa ennesima tragedia? Hanno pensato a una idea geniale: bisogna insegnare alle ragazze come evitare di essere uccise. Capite qual è il pensiero sotteso? Beh, il solito di un secolo fa: che in fondo se una ragazza subisce violenza è colpa sua. Va educata. Non è che vanno educati gli uomini, che va spiegato loro che devono rinunciare alla violenza, rispettare le donne, o anche, semplicemente, osservare le leggi degli uomini e di Dio. No: il soggetto del delitto è la donna, non l’uomo.

 

 

Si rovesciano le parti tra killer e vittima. E questo non nell’infimo bar di un sobborgo di un villaggio sperduto. No, nella sede di uno dei più antichi e blasonati giornali italiani, oggi diventato il giornale alfiere della sinistra di Elly. La Stampa di Torino. Il giornale di Frassati, di Giulio De Benedetti, di Ronchey! Il web si è rivoltato, e il titolo è stato sostituito in tutta fretta. Ma il cortocircuito che ha investito il giornale baluardo dei diritti e del femminismo, ha acceso un fuoco che non è mica facile spegnere.

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