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Senago, il fidanzato killer di Giulia incastrato dal suo zaino

Alessandro Impagnatiello

Giorgia Petani
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C’è un testimone oculare che ripercorre le ore più buie della tragica vicenda di Senago, dove Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi è stata brutalmente uccisa. Si chiama Ahmed ed è il titolare di una panetteria nella periferia nord ovest di Milano, nella zona in cui vive Allegra C., 23 anni, che aveva una relazione sentimentale con Alessandro Impagnatiello, compagno di Tramontano e reo confesso dell’omicidio. «Li ho visti qua fuori, erano le due di notte, lui cercava di calmarla poi è rientrata in casa, era arrabbiata, lui gli ha detto ti voglio bene, ti amo, ma lei non ha risposto» dice Ahmed. Il testimone racconta di aver sentito l’uomo urlare alla 23enne «calmati, ascolta, parliamo».

La discussione tra i due dura «almeno un’ora, dopo lei è rientrata in casa» mentre lui «risale in macchina e se ne va via a bordo di un’auto bianca». I due quando lo vedono «cercano di abbassare i toni della voce», continua il titolare del panificio. La giovane appare al panettiere «abbastanza arrabbiata, lui continua a chiamarla, le dice “io ti voglio bene, ti amo“, ma lei non risponde».

Allegra C., italo - inglese, abita al secondo piano di una vecchia casa di ringhiera, in viale Certosa. Lei e Impagnatiello lavoravano entrambi all’Armani Bamboo Bar, in via Manzoni 31. L’uomo - come afferma con una nota il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC, azienda proprietaria di Armani Hotel «era stato sospeso dalle sue mansioni di barman... Fatti del genere non sono tollerabili in una società civile».

I due intraprendono una relazione amorosa all’incirca un anno fa. La giovane vive da sola e a detta dei vicini «è sempre di fretta, non si vede quasi mai». La donna viene a conoscenza della vita parallela di Impagnatiello e di lui non vuole più saperne. È lei stessa a raccontare agli inquirenti di aver discusso quella sera con l’uomo. «Alle due del mattino - dichiara la 23enne - nel rincasare ho notato sotto casa la presenza di Alessandro il quale ha continuato ad inviarmi sms su chat e chiamate con l’intento di volermi parlare per almeno 5 minuti. Data la sua insistenza, gli ho parlato dalla finestra del ballatoio, e lui mi diceva di avermi aspettato per più di un’ora e che Giulia era una persona bipolare e che il figlio che lei aspetta non era il suo».

La giovane, non credendogli, lo invita ad andarsene e lui se ne va. Nei giorni seguenti la donna racconta agli inquirenti di averlo incontrato dopo il lavoro. Lo descrive “strano”. «Continua ad arrampicarsi sugli specchi», afferma. Lei a quel punto chiede dove sia Giulia e nota spuntare dallo zaino di lui dei guanti di lattice. Insiste, chiede di farla parlare con la sorella di Giulia, Chiara. Ma lui glielo impedisce. Così Allegra contatta Chiara sui social che le dice che la sorella non è bipolare e che i genitori sono «preoccupati». Le indagini sono tutt’ora in corso.  

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