2 giugno, paura a Peschiera del Garda: "Pronti al bis", la furia degli immigrati
Il maxi raduno di immigrati a Peschiera del Garda si prepara a fare il bis. A suon di "L’Africa a Peschiera del Garda", il 2 giugno potrebbe replicarsi quanto accaduto lo scorso anno: ossia un raggruppamento all'insegna di violenze e disordini. L’obiettivo all'epoca dei fatti era quello di ritrovarsi a ballare musica trap su una spiaggia libera al confine tra Peschiera e Castelnuovo del Garda, ma la situazione degenerò in poche ore. Migliaia di ragazzi, soprattutto nordafricani, scatenarono risse, scontri con la polizia. Ma non solo, perché la giornata vide numerose molestie sessuali.
Ed ecco che ad oggi, con la Festa della Repubblica alle porte, i timori aumentano. Soprattutto quelli del sindaco del comune gardesano, Orietta Gaiulli, che ha ricordato il rischio che accada quanto è accaduto nel 2022. Gaiulli ha infatti annunciato di aver mandato una pec alle prefetture e questure di Milano, Brescia e Bergamo un paio di settimane fa "con l’intento di sollecitare la loro attenzione sulla data del 2 giugno. Ho spiegato come ci fosse il rischio di un ripetersi degli eventi dello scorso anno. Ho chiesto a loro ausilio e aiuto". A maggior ragione dopo che sul social TikTok alcuni giovani invitano a rinnovare l'evento.
Peschiera del Garda, non solo molestie: per cosa indagano i pm, il caso sta per deflagrare
Un appello, quello del primo cittadino, al quale ha risposto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui il prefetto Donato Cafagna, stando a quanto ricordato dalla Gazzetta di Mantova, ha confermato di aver già rinforzato i servizi di controllo e presidio. Anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato di un vero e proprio allarme. "Il 2 giugno dell’anno scorso, il lago di Garda divenne tristemente protagonista del raduno nato come 'L’Africa a Peschiera del Garda', dove migliaia di ragazzi – per lo più nordafricani – si diedero appuntamento per scatenare risse, scontri con la polizia e molestie sessuali. In questi giorni qualcuno sta lanciando l’appello per replicare il raduno: la Festa della Repubblica non può essere un’occasione per sfogare violenza, ma deve essere un momento di convivenza sana e pulita, nel rispetto di ragazze e ragazzi, di regole e buona educazione". E così la questura di Verona ha emanato un’ordinanza con la quale vieta ogni tipo di raduno in città, dando disposizioni per farla rispettare.