Anzio, 18enne stuprata in strada da uno straniero: violenza agghiacciante
Un altro. Un altro stupro. Questa volta ad Anzio, nell’area metropolitana di Roma. Venerdì sera, col buio. Una ragazza di diciannove anni sta camminando, sta facendo rientro a casa. È appena scesa dall’autobus e si incammina: la sua è pure una zona considerata ad alto tasso di criminalità, probabilmente lo sa bene. Non è una sconsiderata. Tutt’attorno ci sono palazzi fatiscenti, lo spaccio, i tossicodipendenti, i senzatetto. Lei prosegue svelta.
Ma a un certo punto, da uno di questi casermoni abbandonati che costeggiano la strada, da una via laterale, esce un uomo. È uno sbandato, un clochard, probabilmente uno straniero, non si sa ancora quanti anni abbia. La vede. La blocca. La spinge verso un rifugio di fortuna e la violenta. Lei grida, ha paura, urla ancora più forte perché quello che le sta succedendo è un atto disumano, orrendo, il più orrendo di tutti. Per una donna, giovane o anziana che sia, e lei è appena più che maggiorenne, ha tutta la vita davanti. Si sente violata e in trappola. Riesce a metterlo in fuga, a farlo allontanare. Ma intanto il peggio è già capitato, e ci sono i soccorsi (d’accordo), c’è l’allarme (d’accordo), ci sono i medici del primo intervento che l’assistono e la curano (d’accordo), però quei minuti di terrore le resteranno per sempre incollati addosso, come un incubo che non passa.
Arrivano i poliziotti, le forze dell’ordine, gli investigatori. Lei sporge denuncia (e ci vuole coraggio, in questi casi, a fare anche solo questo), racconta come sono andate le cose, prova a dare un volto a quel mascalzone che si è tirato giù i pantaloni davanti a lei, mentre si dimenava, mentre provava a sfuggire da quel abbraccio non richiesto, da quella morsa senza scampo, che poi l’ha stretta, l’ha stuprata, le ha rovinato l’esistenza. Parte la caccia all’uomo, a tappeto. Gli inquirenti pare abbiano le idee chiare sulla possibile identità di questo disgraziato. La squadra mobile di Roma è sulle sue tracce, prova a chiudere il cerchio e acciuffarlo. Questo delinquente, questo criminale, questo bandito che l’ha lasciata lì, per strada, in una serata di fine primavera. È un passante che ha trovato la 19enne in stato di choc e ha chiamato le autorità. Lui, lo stupratore, è ancora in giro.
E intanto si moltiplicano, da Nord a Sud, gli allarmi: che neanche sono più allarmi, sono segnalazioni, sono denunce, protocollate, registrate in questura, avallate da indagini ufficiali, per casi simili. A Milano, neanche due giorni fa, un ragazzo di 29 anni (lui aveva dichiarato di essere un cittadino del Gambia, ma poi è saltato fuori che è americano e che soffre di disturbi psichici) ha provato a violentare una donna, in pieno centro, in pieno giorno, dopo averla trascinata ella sua stessa abitazione: se non fosse stato per un signore 94enne che gli ha puntato contro una pistola scacciacani, ce l’avrebbe anche fatta.
Sempre a Milano, in stazione Centrale, il 27 aprile, una 36enne marocchina che doveva prendere il treno all’alba per Parigi ed era appena sbarcata dalla Norvegia, è stata stuprata, ripetutamente, da un altro straniero, marocchino come lei, prima nei giardinetti davanti allo scalo ferroviario e poi nell’ascensore che porta ai binari. Sotto l’occhio elettronico delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso tutto, che hanno documentato ogni cosa. A Pavia, mercoledì, un nigeriano di 33 anni si è avvicinato a una giovane di 24, che stava facendo esattamente come la ragazza di Anzio, stavo tornando a casa sua.
Era da poco passata l’una di notte, se non fossero intervenute alcune persone che si trovavano da quelle parti per caso, sarebbe finito come nel Lazio. A Latina, appunto ancora nel Lazio, il 3 maggio scorso, un trentenne rumeno, anche lui senza fissa dimora, ha picchiato un adolescente di diciassette anni, poi ha sequestrato la sua fidanzatina (della stessa età) e l’ha stuprata: lui dice di no, si difende e respinge le accuse. Ma intanto è in carcere, intanto ha un procedimento aperto, pesantissimo, per violenza, intanto la procura sta indagando. Sono tanti, adesso sono troppi, gli episodi di stupro che registrano le cronache in questi giorni.