Cerca
Logo
Cerca
+

Bergamo, la "culla per la vita" salva un'altra bimba: evviva!

Renato Farina
  • a
  • a
  • a

È accaduto nel pomeriggio di ieri a Bergamo, verso le 17. Una signora ha depositato la sua creatura, una piccina, nata il giorno stesso, nella “Culla per la vita” voluta dalla Associazione Donne Medico e collocata all’esterno della sede della Croce Rossa. Non ha nulla di anonimo, di sanificato, di appena disinfettato: questa culla sembra l’ingresso in una favola, brillano tutti i colori dei fiori. La vedete in fotografia: bisogna pur far balenare una promessa di felicità alle ragazze disperate, che invece dell’aborto o della vendita del piccino a qualche coppia etero od omo, scelgono di partorire sole e con dolore-, e poi neppure se lo godono, lo danno a chi darà un amore meno precario, e magari sono pure giudicate come egoiste.

Come è accaduto a quella disgraziata che ha partorito un bambino morto cinque giorni fa a Milano, zona Città Studi. Non sappiamo perché, sappiamo che era sola, anzi erano in due, lei era una cosa sola con il “frutto del suo seno”, chissà come pensava di crescerlo, consolazione segreta che ti chiama mamma, e invece se l’è ritrovato tra le mani bianco come la morte che lo aveva già ghermito, e allora l’ha avvolto in una felpa, perché anche da morti i bambini hanno freddo, e l’ha adagiato delicatamente sul davanzale giallo dello scatolone metallico della Caritas, il contenitore per vestiti da regalare ai poveri. Caritas=amore, in latino. Siamo certi che ha baciato il figlio. Noi vorremmo dare una carezza a lei. Sappiamo che non ha voluto abortire, che era sola. E adesso solissima.

A Bergamo è andata meglio, molto meglio. Dicono abbia i tratti latino-americani la bambina orobica dalla pelle lievemente ambrata, consegnata non al una accoglienza spersonalizzata - come si è usi fare con gli extra-comunitari tirati fuori dal mare e poi sbattuti nelle caverne dell’abbandono e del delitto - ma quella donna, forse una badante o una colf, che ha nascosto la gravidanza per non perdere lavoro, tetto, stipendio, l’ha passata dal suo La “culla della vita” della Croce Rossa a Bergamo dove ieri una mamma ha lasciato la bambina da poco partorita per assicurarle un futuro migliore grembo direttamente al grembo della grande mamma che troppo spesso si dimentica di esserlo: la città, la comunità, diciamo pure l’umanità, sperando non si tiri indietro, non si giri dall’altra parte, ma salti fuori da chissà dove una memoria lontana che ridesti una responsabilità dimenticata: che la comunità sono io, la società sono io, persino lo Stato siamo noi, e non ci fossero tutti quegli “io” che ne sono la carne e le ossa, neppure esisterebbe, lo Stato.

Ha scritto questo biglietto e lo ha infilato sotto la bambina, prima che il campanello - che squilla dopo quaranta secondi, per consentire di girare l’angolo - avvertisse il personale medico della Croce rossa. La letterina dice: «Nata stamattina 3/05/23. A casa, solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio x sempre (dalla mamma). Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai».

Sta bene la piccina, auguri a lei e alla mamma. Prevedo - perché la sento in me una reazione un po’ annoiata. Ancora... vogliono far spettacolo queste donnine. Che barba. Invece no. Non è una moda, ma se anche lo fosse, benvenuta questa moda. Essa salva le vite. Non in generale, la famosa vita a cui si attaccano gli aggettivi più disparati (felice, grama, intangibile, inutile, bella eccetera). Ma vita non con un attributo ma con un nome attaccato, anche se magari bisogna ancora sceglierlo, ma la faccia quella c’è, e lo strillo buca i timpani, come solo i neonati sono capaci di sparar fuori da quella boccuccia di rosa. Vita di personcine concrete, rosee, come Elia, consegnato all’incubatrice da una madre anonima il giorno di Pasqua alla clinica Mangiagalli di Milano; oppure neonati dalla pelle scuretta, come la neonata depositata ieri nella culla della vita a Bergamo. Benvenuta piccina. 

Dai blog