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Ecoteppisti, quanto ci costa il fesso di Milano: cifre-choc

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Enrico Paoli
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Altro che 50mila euro. Per il restauro della statua equestre di piazza Duomo, a Milano, serviranno 200mila euro. La vernice usata il 9 marzo scorso dagli eco imbrattatori che hanno devastato il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, lì da 130 anni, non è stata ancora rimossa, come avvenuto in altre circostanze, a partire dalla facciata del teatro alla Scala, sempre a Milano. E ogni giorno che passa aumenta il rischio che un presunto gesto «dimostrativo», secondo l’incomprensibile logica degli attivisti di Ultima Generazione, si trasformi in un danno permanente, come paventato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Del resto che il prodotto usato dagli eco vandali per l’assalto in Duomo del 9 marzo scorso, per il quale sono stati denunciati per imbrattamento di Beni culturali due pseudo ambientalisti, uno dei quali è Riccardo Rocchi, 26 anni, un professore di Matematica in un istituto milanese, («orgoglioso» del blitz) non fosse la “solita” vernice lo si era capito da subito, come denunciato proprio da Libero. Nonostante i vari tentativi effettuati dagli operatori dell’Amsa (la municipalizzata milanese dell’ambiente) e dai Vigili del Fuoco, la tinta dorata è ancora lì, a devastare la statua. Tanto che la sera, in modo da non far vedere “l’opera d’arte” degli eco vandali, il monumento non viene illuminato. Un atto di clemenza misto a vergogna, visto il pieno di turisti in città, attratti dal Salone del mobile e dalla settimana del design.

Per riportare tutto alla normalità, ammesso che ciò possa realmente avvenire, serviranno mani esperte e un lavoro certosino, in modo tale da non danneggiare l’opera bronzea, adagiata su basamento marmoreo. La vernice usata dai eco vandali, stando agli addetti ai lavori, rischia di “mordere” il monumento lasciando così segni indelebili. Per questo sarà necessario allestire un cantiere con lavori destinati a durare settimane. «La risposta del governo contro gli eco vandali è stata rapida, pronta ed efficace», spiega ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ospite di Mattino Cinque News, su Canale 5. Parlando del ripristino della statua di piazza Duomo, che costerà fino a 200mila euro, l’esponente dell’esecutivo guidato dalla premier, Giorgia Meloni, sottolinea come «le sanzioni amministrative possono arrivare fino a 60mila euro, ma già far pagare queste cifre è importante. Ci siamo ispirati ad una nozione di buon senso: chi rompe paga». chiosa Sangiuliano. Ed è quello che si augurano tutti. In realtà che a pagare il restauro di Vittorio Emanuele, alla fine, siano solo i contribuenti, cioè tutti noi, appare assai alto.

Procediamo con ordine. L’amministrazione comunale di Milano, avendo in carico l’opera, dovrà provvedere a sostenere le spese, pescando i soldi dalla fiscalità generale, ovvero dalle tasche nostre, mentre alla Soprintendenza spetta il compito di dirigere le operazioni, avendo il compito di tutelare i beni culturali. I vertici milanesi dei Beni culturali hanno già inviato una dettagliata relazione al ministro sullo stato di salute della statua, evidenziando tutte le criticità. Il Comune, a questo punto, dovrebbe varare il bando per la gara d’appalto, in modo da assegnarne i lavori, entro i primi di maggio. I tempi sono stretti e la ricerca di una ditta altamente specializzata rischiano di essere lunghi. Ancora nel limbo, invece, la questione della costituzione di parte civile del Comune al processo contro gli eco vandali. Il sindaco, Beppe Sala, si trova in mezzo al guado non volendo, da una parte, rompere con gli ambientalisti, e dall’altra da una risposta netta a quei milanesi che chiedono una chiara presa di distanza dagli imbrattatori. La costituzione di parte civile da parte dell’amministrazione presuppone una condivisione del reato contestato dai magistrati, quindi una condanna dei gesti messi in atto dagli eco vandali di Ultima generazione. Che non è cosa da poco...

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