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Alimentazione, il boccone mortale: come si muore mangiando

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Claudia Osmetti
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È che neanche te lo aspetti. Chi è che ci fa più caso? Abituati come siamo a fare tutto di fretta, a correre da una parte all’altra, a sbrigarci su qualsiasi cosa. «Mastica, mangia piano», ripeteva la nonna: mica aveva tutti i torti. Anzi, aveva ragione da vendere (come su tutto il resto, d’altronde: saggia nonna). L’ultima tragedia è avvenuta, pochi giorni fa, ad Aquino, in provincia di Frosinone, nel Lazio. Un ragazzo di 27 anni è soffocato per colpa di un trancio di pizza. Stava cenando assieme ai genitori, il cartone ancora sul tavolo, e quel dannato boccone gli è andato di traverso. Non è più riuscito a respirare, è collassato davanti a mamma e papà. Quando è diventato livido si è portato le mani alla gola, i famigliari (tutti di origine cinese, ma questo c’entra un tubo) hanno capito subito che la situazione fosse grave. Hanno provato ad aiutarlo, hanno pure chiamato l’ambulanza: ma non c’è stato niente da fare. I paramedici e gli uomini del 118 accorsi sul posto, cioè nell’abitazione del ragazzo, non hanno che potuto constatarne decesso. È morto così. Assurdamente, banalmente, per un pezzo di margherita finito nelle vie respiratorie.

 

 

 

Però il punto è che episodi simili succedono sempre più spesso. Per carità, intendiamoci: sono sempre accaduti. La nonna non ci ammoniva solo per sentito dire, se trent’anni fa ce lo ricordava a ogni merenda un motivo c’era (anche allora). Ma adesso, con la vita frenetica che facciamo, coi fast-food e questa corsa infinita che pare il tempo non ci basti mai, l’impressione è che siano addirittura più frequenti. «Non è una semplice impressione, è la verità», racconta Giuseppe Rotilio, nutrizionista ed ex presidente dell’Inn, ossia dell’Istituto nazionale della nutrizione. Uno che è abituato a non girarci attorno alle questioni e che parla schietto: «Statistiche in merito non ce ne sono, ma i tempi sono cambiati e sì, è vero: mangiamo più veloce, mastichiamo meno, ingeriamo anche meno liquidi e abbiamo modificato il nostro approccio con la tavola. Tutto questo influisce».

Primo: «Mangiare più lentamente riduce il rischio di soffocamento perché deglutiamo cibo più soffice e più morbido». Secondo: «Specie a pranzo, al giorno d’oggi, ci riempiamo di panini e prodotti solidi. Abbiamo ridotto nelle nostre diete le minestre e tutti quei cibi che si mangiano col cucchiaio, altro strumento che assottiglia di molto queste problematiche». Terzo: «Anche la socialità è importante. Tempo fa si pranzava in famiglia, ci si sedeva a tavola tutti assieme e, di fronte a casi del genere, c’era chi era pronto a intervenire. Magari non “professionalmente”, ma con i classici colpetti sulla schiena o un bicchiere d’acqua. Oggi no, spesso siamo da soli, spesso mangiamo in piedi». Prendo-solo-un-tramezzino-e-scappo. Una-brioche-al-volo-sono -pieno -di -impegni. Faccio-un-salto-al-bar-sotto-l’ufficio-e-torno.

 

 

 

A gennaio un uomo di 55 anni di Dorno, nel Pavese, è morto mentre mangiava una fetta di prosciutto, a cena, a casa del padre: gli è finita nella trachea e neanche i soccorsi hanno potuto salvargli la pelle. A dicembre un bimbo di appena un anno e mezzo, a Faenza, Ravenna, ha perso conoscenza durante un pasto in famiglia, è diventato cianotico e ha iniziato a soffocare: è deceduto una settimana dopo, all’ospedale di Rimini, per le conseguenze cardiorespiratorie e celebrali dovute a quella drammatica ostruzione causata dal cibo. A Bologna (era l’estate del 2022) un signore di 41 anni è spirato per colpa di un pezzetto di carne, forse tagliato troppo grossolanamente.

L’elenco è lungo, ma è sempre lo stesso (drammatico) copione. «La masticazione è essenziale per evitare problematiche di questo tipo»: sembra la nonna, ma è (ancora) Rotilio. «Una volta si diceva “mi è andato di traverso”, la saggezza popolare non sbagliava di tanto. Se un boccone, anziché nell’esofago, finisce nelle vie respiratorie e nella laringe è necessario applicare la famosa manovra di Heimlich. Ma anche gli accorgimenti che abbiamo appena dato sono importanti». Dopodiché, purtroppo, gli incidenti capitano sempre e il destino, quello, non puoi di certo beffarlo masticando più attentamente. Però ricordarsi di farlo non fa di sicuro male. Se non credete all’esperto, credete almeno alla nonna. 

 

 

 

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