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Veneto, arriva l'inno: cosa cambia nella terra di Zaia

Luca Zaia

Caterina Maniaci
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Via libera finale, da parte del Consiglio Regionale Veneto, al futuro inno “del popolo veneto”. La commissione Cultura, presieduta da Francesca Scatto (Lega-Lv), ha dato infatti il via libera finale per l’aula- con il voto contrario di Pd e Veneto che vogliamo e l’astensione dei consiglieri di Fratelli d’Italia - al progetto di legge che introduce l’inno regionale del popolo veneto nel cerimoniale della Regione, primo firmatario il capogruppo della Liga veneta Giuseppe Pan. L’iniziativa legislativa è stata sottoscritta anche dal presidente dell’intergruppo leghista Alberto Villanova, dalla presidente Scatto, dai consiglieri Enrico Corsi e Marzio Favero (Lega-Lv). Un percorso non semplice, di commissione in commissione. In commissione Cultura si è discusso della raccomandazione avanzata dalla prima commissione di istituire una apposita commissione incaricata di individuare l’inno, tra motivi esistenti o nuove composizioni, con costi da quantificare per il bilancio regionale. La vicecapogruppo del Partito democratico Vanessa Camani, che sarà correlatrice di minoranza, ha annunciato battaglia, sotto forma di emendamenti da parte delle opposizioni.

 

 


Il consigliere Favero, invece, sostiene che «l’idea di dotare il Veneto di un inno rappresenta un contributo all’affermazione di una idea universalistica di società e di stato, da condividere e da sostenere, anche con un modesto sostegno economico». La riforma tanto sospirata, dal 2017, anno del referendum consultivo per l’autonomia, ormai sembra davvero vicina e allora l’inno ci vuole proprio, per dare corpo, anzi voce a questa nuova fase della storia. La Liga ci ha provato per anni, nel 2018 il traguardo sfuggì per un solo voto. Ma oggi evidentemente le cose sono molto cambiate.

 

 


IDENTITARIO
Come dovrà essere, musicalmente parlando, questo inno tanto sospirato? Da parte leghista, si immagina un brano “identitario”, magari in veneto, ma non strumentalizzabile politicamente e non “contro” gli inni d’Italia e d’Europa, bensì a integrazione. Del resto, quello veneto futuro non sarebbe neppure il primo. Vibrano inni “identitari” in giro per tutta Europa. In Francia è ormai consuetudine in Alsazia, Bretagna, Corsica e Provenza. In Germania, basti pensare al Bayernhymne, che dal 1946 rappresenta il länder più esteso della Germania, e se li suonano e se li cantano anche gli stati di Amburgo, Baden-Wüttemberg, Hesse e Saarland. Hanno un loro inno le province olandesi e gli stati federati austriaci. E tutte le comunidades autónomas spagnole. In Italia cinque regioni hanno i loro personali canti da cerimonia: tre a statuto speciale, ossia Sicilia (“Madreterra”, di Vincenzo Spampinato, scelto nel 2003), Valle d’Aosta (“Montagnes Valdôtaines”, composto da Alfred Roland nel 1832, ufficiale dal 2006) e Sardegna (“Su patriotu sardu a sos feudatarios”, scritto da Francesco Ignazio Mannu addirittura nel 1794 e adottato nel 2018). Nel 2014 ha fatto la sua comparsa anche “Lombardia, Lombardia”, firmata nientedimeno che da Mario Lavezzi e da Mogol. E scendendo più verso il centro, nelle Marche, da oltre quindici anni, furoreggia il brano, che non ha un titolo, di Giovanni Allevi e Giacomo Greganti. Pe il Veneto, tutto è ancora possibile. La musica sarà scelta in un secondo momento, da un gruppo incaricato dall’assessore alla Cultura che a sua volta presenterà il brano candidato in commissione. L’ultimo passo dell’iter prevede l’approvazione definitiva della giunta Zaia.


I BRANI FAVORITI
I brani stanno già affollando la ribalta e fanno parlare di se’. Tra i favoriti, già dal 2018, c’è “Na bandiera, na léngoa, na storia”: testo in dialetto, arrangiamento di Luciano Brunelli. Con una storia illustrissima alle spalle: la musica è tratta dalla “Juditha triumphans” di Antonio Vivaldi, composta nel 1716. Ma la concorrenza è spietata, oltre che variegata: c’è chi propone la sempreverde “Marieta monta in gondola”, chi pensa ad un vero e proprio “Inno a San Marco”, fino alla new entry “Veneto alè alè”, realizzata da due influencer locali, Cristian Cisco e Andreas Ronco, e presentata da Zaia in persona nel dicembre 2021. 

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