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Pierpaolo Sileri: "Così l'uomo di Speranza mi minacciava"

Alessandro Gonzato
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Nel Paese il clima era funereo: morti a grappolo, ospedali al collasso, saracinesche abbassate, una marea di posti di lavoro a rischio, panico per un maledetto virus che non si sapeva quando se ne sarebbe andato. In lungotevere Ripa 1 invece, sede del ministero della Salute allora presieduto da Roberto Speranza, il clima era a metà tra un film di spionaggio e una commedia all’italiana, e partiamo dal dettaglio (ma poi neanche tanto) di quando l’allora viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri da subito inviso politicamente a Speranza, appena tornato da Wuhan ha riferito del dilagare del Covid in Cina e del pericolo incombente all’allora presidente dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, il quale secondo Sileri «ha risposto con coloriti gesti scaramantici». Gesti apotropaici o corna non è precisato. Ippolito sarebbe diventato uno dei referenti principali del Comitato tecnico-scientifico, referente di Speranza e del premier Conte.

Il viceministro, che faceva parte del Movimento 5 Stelle per un’anomalia dato che era uno dei pochissimi competenti - di professione chirurgo e molti nei 5Stelle un lavoro neanche l’avevano, eravamo nel governo giallorosso- Sileri, dicevamo, ha anche dichiarato agli inquirenti che il 6 marzo 2020 l’allora capo di Gabinetto di Speranza, Goffredo Zaccardi, gli avrebbe detto di «stare tranquillo, altrimenti avrebbe usato contro di noi dei documenti che aveva nel cassetto». Il “noi” è riferito a Sileri e al capo del suo ufficio, Francesco Friolo. «Ovviamente», ha riferito Sileri ai pm, «gli abbiamo risposto che non accettavamo questo tipo di minaccia e che avrebbe dovuto chiarire. Scoprirò solo dopo, per quanto riguardava Friolo, che si trattava di presunte accuse di mobbing di una collaboratrice».

 

 

 

DI FRONTE AI PM

La deposizione dell’ex viceministro è dell’8 febbraio 2021, quando ha parlato ai pm di Bergamo come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia. Sileri ha detto di «alcuni direttori generali e vice capi di Gabinetto che hanno palesemente sostenuto che non erano autorizzati a condividere informazioni con me o con il capo» del suo ufficio. E nel suo ufficio, Sileri, ha denunciato la presenza di intrusi: «Come ho denuciato alla procura di Roma, un collaboratore della segreteria del ministro, Antonio Travaglino, il 7 giugno 2020, di domenica, si introduceva nel mio ufficio dove forse non immaginava di trovarmi. La lettera di ammissione della circostanza da parte di Travaglino», ha aggiunto Sileri parlando coi pm, «è allegata all’integrazione di querela», quella presentata da Sileri contro Zaccardi, il quale si è dimesso da capo di Gabinetto di Speranza a settembre 2021.

Zaccardi pare che facesse di tutto per ostacolare il lavoro del chirurgo prestato alla politica. Il 4 marzo, è riportato nei verbali della deposizione, Sileri invia un messaggio audio a Zaccardi per lamentarsi della mancata convocazione a una riunione. Questa la risposta dell’uomo di Speranza: «Sui vaccini finora non eri presente». Sileri: «Lo so che non lo ero, perché mai nessuno mi ha detto delle riunioni». Zaccardi controreplica e sembra una presa in giro (sembra): «Anche tu puoi fare molto per il Paese e se vuoi ti darò una mano». Sileri: «Non mi sembra!». Ancora Zaccardi: «Sbagli alla grande!». Sileri a questo punto descrive una situazione inquietante: «Sbaglierò pure ma della riunione sui vaccini nessuno di noi sa qualcosa. Giornalisti mi chiedono e io devo mentire rispetto alle istituzioni. Vengo a sapere che c’è una riunione quasi ogni giorno di cui nessuno dei miei sa qualcosa né ha ricevuto convocazione o qualunque forma di notizia».

Sileri sarebbe stato tagliato fuori da tutto: «Goffredo (Zaccardi, ndr), veniamo a conoscenza del divieto di un utilizzo di un lotto dai giornali. Non solo io, ma anche il personale della prevenzione. A questo punto chiudiamo il ministero oppure cacciamo Magrini (direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco, ndr)». Il lotto è quello di Astrazeneca. Per Sileri, in quei tragici giorni- diremmo tragicomici se l’Italia non fosse finita in ginocchio - le trame di palazzo e l’improvvisazione erano le uniche linee guida: «A gennaio-febbraio 2020, almeno in una prima fase, non esisteva un’istituzione ufficiale della task force che si riuniva al mattino al ministero, né esisteva una convocazione ufficiale. Ho notato sin da subito un comportamento poco professionale. Mancava in modo assoluto la programmazione e i rappresentanti andavano aumentando di giorno in giorno. Oltre a ciò», ha proseguito Sileri, «i verbali delle sedute della task force sono sicuramente parziali, stante l’assenza di numerose dichiarazioni mie e di Friolo».

 

 

 

MANCAVA TUTTO

Ancor più nel dettaglio: «Non mancò una mia reprimenda contro la struttura ministeriale, presenti Brusaferro, Miozzo, Borrelli, perché il 6 marzo 2020 non si era ancora provveduto agli acquisti dei ventilatori polmonari e di ogni dispositivo utile». Dalle parole di Sileri spuntano pure «alcune lettere anonime tra le quali alcune davvero preoccupanti riguardanti il presunto ruolo di alcuni collaboratori di Speranza in un servizio televisivo», negativo per Sileri. Sileri, sentito dal Corriere della Sera, ha sottolineato di aver sempre considerato Ippolito (Spallanzani), quello dei «coloriti gesti scaramantici», uno dei più preparati in quella fase. L’istituto Spallanzani di Roma, d’altronde, è un’eccellenza non solo a livello italiano. Sileri, come annunciato quand’era viceministro, non s’è ricandidato ed è tornato in corsia. Cura i malati oncologici al San Raffaele di Milano. Ha deciso di mettersi il Movimento Cinque Stelle alle spalle. Ma non ha certo dimenticato, queste almeno le accuse, il trattamento ricevuto. Un professionista molto stimato della salute sarebbe stato estromesso dalle decisioni del ministero durante una catastrofe sanitaria. Sarebbe davvero incredibile. 

 

 

 

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