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Firenze, studenti pestati dagli immigrati? Nessuno si indigna

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Pietro De Leo
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Presto, tirate fuori le bandiere e gli striscioni rossi dalle soffitte, stravolgete l’agenda di Elly Schlein, interrompete il congresso della Cgil. Mettete in allarme società di pullman, e prenotate i biglietti dei treni. C’è da fare, subito, una nuova manifestazione a Firenze. Sì perché, dopo il Michelangiolo, purtroppo c’è stato un altro pestaggio davanti ad una scuola, l’Istituto alberghiero Buontalenti. Tutto accade lunedì pomeriggio, quando tre ragazzi minorenni, all’uscita dalle lezioni, sono stati raggiunti da cinque persone, estranee alla scuola, e picchiati. La dinamica, e le cause, si ricostruiscono leggendo La Nazione e le dichiarazioni della dirigente scolastica, che intanto per precauzione ha messo la classe in didattica integrata digitale (con prof che continuano a fare lezione in classe fino a oggi).

 

 

 

LA BURLA

Sarebbe accaduto questo: un alunno del Buontalenti, per fare uno scherzo ad una compagna, le sottrae il telefono e invia un messaggio, a quanto pare finto compremettente, al di lei ragazzo, per farlo ingelosire. Quest’ultimo se la prende a male, e, nonostante le spiegazioni della giovane, la giura all’autore della burla. Anzi, fa di più, gli invia un messaggio di minacce, annunciando che il lunedì lo avrebbe picchiato. Quando l’ora x arriva, il ragazzo in questione, spaventato non si presenta a scuola, il fidanzato offeso invece sì, con altri quattro compari. E scelgono di portare a termine la loro missione comunque, accanendosi a suon di botte su altri tre compagni di scuola della ragazza, individuati guardando le foto su Instagram.

AL PRONTO SOCCORSO

Una burla come tante si tirano a scuola, da “Amici miei 4.0" poteva finire molto male. Per fortuna non è andata così, perché le tre vittime della spedizione punitiva se la sono cavata con lesioni minime, due di loro sono andati al Pronto Soccorso. Forse rileva, per completare il quadro di cronaca, notare che gli aggressori sarebbero tutti maggiorenni, tra i 22 e i 23 anni, e originari dell’Est Europa. «È stata una scena terribile», ha detto, comprensibilmente scossa, la preside Maria Francesca Cellai a La Nazione qualche giorno fa. «Un pestaggio, un’aggressione in strada». Che però passa sotto silenzio. Già, per questa vicenda nessuna ondata di decibel come per la rissa avvenuta davanti al Liceo Michelangiolo. Nessun allarme, nessuna linea Maginot sul rispetto della Costituzione in Italia. Già, non c’è, infatti, alcuna sfumatura ideologica in quanto accaduto, il raccontino sui ragazzi di destra brutti e cattivi che si avventano sui coetanei (o giù di lì) della sinistra, stavolta non può essere scritto (in realtà è andata diversamente anche al Michelangiolo, ma tant’è).

 

 

 

DOPPIA MORALE

E siccome a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca, val la pena notare che le origini dei picchiatori forse rompono alquanto il quadretto idilliaco caro alla sinistra della convivenza multiculturale, del pace e bene immigrati sempre e comunque. Stavolta tace il tweet di Nardella, nessuno sguardo contrito di Elly Schlein, Giuseppe Conte tiene nello sgabuzzino il retino per raccogliere consensi, sindacati non pervenuti. Di hastag manco a parlarne. Evidentemente, c’è violenza di Serie A e di Serie B. Quest’ultima, ovvio, è quella che non fa capitale politico, non fa allarme democrazia buono da scagliare contro un governo da colpevolizzare a getto automatico. Cambiano le ere, mutano i leader, ma la doppia morale è sempre ben impressa nel Dna.

 

 

 

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