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Napoli, vergogna tedesca: città fuori controllo, la profezia di Piantedosi

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Un’autentica follia si è consumata a Napoli, dove i tifosi locali e i circa 600 dell’Eintracht provenienti da Francoforte hanno seminato il caos già dalla serata di ieri, martedì 14 marzo. È soltanto nel pomeriggio di oggi che si è però verificata la vera e propria escalation, con i tedeschi che hanno scatenato il panico a piazza del Gesù, entrando a contatto con le forze dell’ordine con l’intento di forzare il blocco per raggiungere i napoletani. 

 

 

Tra lanci di fumogeni e auto della polizia incendiate, non è stato facile ritornare in controllo della situazione, con i tifosi dell’Eintracht che a fatica sono stati fatti salire su alcuni autobus del servizio pubblico per lasciare il centro. Trasferimento reso più complicato dalle ingiurie, dai lanci di bottiglie e di sampietrini che lo hanno accompagnato. L’allerta è massima per la partita di stasera, alla quale tra l’altro i tifosi nati o residenti a Francoforte non sono ammessi. Eppure in circa 600 sono arrivati dalla Germania per stare al fianco dell’Eintracht: la maggior parte di loro non è in possesso del biglietto, ma alcuni hanno invece trovato degli alleati. 

 

 

Si tratta degli ultrà dell’Atalanta, che sono gemellati proprio con quelli dell’Eintracht. Dato che a quest’ultimi è impedito l’accesso allo stadio Maradona, pare che ad acquistare per loro i biglietti siano stati proprio i bergamaschi. E pensare che Matteo Piantedosi era stato insultato in Germania vietato la trasferta, paventando il rischio di guerriglia urbana che è diventato puntualmente realtà. Adesso il ministro viene attaccato dal Pd, che non si capisce bene cosa voglia da lui: “Le immagini degli scontri provocati dai tifosi dell'Eintracht Francoforte a Napoli sono inaccettabili. Una città ostaggio di violenti - si legge nella nota - che stanno mettendo in gravissimo pericolo l'incolumità di cittadini e forze dell'ordine, cui inviamo la nostra piena solidarietà. Invitiamo il ministro Piantedosi a riferire in Parlamento per chiarire cosa è successo e cosa non ha funzionato”. 

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