Terremoto, altre scosse nella notte in Umbria: "Appennino spezzato"
Ancora paura in Umbria. Dopo la forte scossa di terremoto avvertita nella mattinata di giovedì 9 marzo, la provincia di Perugia trema ancora. È accaduto nella notte, tra la mezzanotte e mezza e l'una, quando l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato due scosse di magnitudo 2.3 e 2. La preoccupazione è tanta. Non a caso le scuole a Umbertide e altri comuni della provincia rimarranno chiuse a scopo precauzionale.
Intanto hanno trascorso la notte fuori casa circa 50 persone. Queste ultime sono state alloggiate presso due palestre. La notte comunque è passata in maniera tranquilla, con i vigili del fuoco, la protezione civile e i tecnici comunali che continuano i lavori per verificare gli eventuali danni subiti.
"È stato un terremoto importante - premette Thomas Braun, ricercatore dell'Ingv nella sede di Arezzo -, che solitamente si avverte entro un raggio di 100 Km". Eppure le segnalazioni sono giunte da tutto il centro Italia. "Difficile - prosegue l'esperto - dire a distanza di così poco tempo di quale faglia si tratti". Con molta probabilità a essere coinvolta è la faglia Alto Tiberina, una faglia già ben nota. "È la stessa - racconta - del terremoto di Amatrice, dell'Aquila, Colfiorito e Gubbio". Una faglia molto attiva, dunque, che si trova nell'Appennino. "L'appennino è come se fosse spezzato - dice ancora Braun - c’è la parte nord orientale che si muove verso la zona balcanica con 1 o 2 millimetri l'anno, mentre l'altra parte sta ferma. Per 'accomodare' questo stress si verificano i terremoti".