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Alfredo Cospito, la lettera: "Pronto a morire, il mondo saprà cos'è il 41 Bis"

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Il caso Cospito si complica. Il detenuto anarchico al 41bis, in sciopero della fame proprio contro il regime del carcere duro in cui si trova, ha fatto sapere di essere pronto a morire pur di portare avanti la propria battaglia. "Sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare - ha scritto in una lettera -. Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini".

"Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere", ha continuato Cospito. Il suo legale, intanto, ha fatto sapere che farà "ricorso alla Corte europea dei diritti umani. È una strada da intraprendere doverosamente". 

"Dopo la decisione della Cassazione, Cospito continua a rimanere in carcere e ha sospeso anche integratori, potassio e zucchero. In 133 giorni di sciopero della fame ha perso 50 chili", ha spiegato l'avvocato, sottolineando che "il fisico è estremamente provato, ma lo spirito tenace e determinato, il suo morale è fiero". Nel frattempo continuano le proteste contro le condizioni in cui si trova Cospito: "L'assemblea cittadina milanese contro il 41 bis e l'ergastolo ha indetto per giovedì 2 marzo un presidio solidale ad Alfredo Cospito sotto la sede di Fratelli d'Italia a Milano", questo quanto si legge sui profili social di "Galipettes", centro sociale milanese vicino alla galassia anarchica.

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