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Cospito: nuova condanna, deve pagare le spese processuali

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Non solo rimarrà al 41 Bis, ma dovrà anche pagare per aver chiamato in causa gli Ermellini che gli hanno dato torto. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatto rigettato il ricorso di Alfredo Cospito, condannando "il ricorrente al pagamento delle spese processuali". Questa la decisione della Suprema Corte che ha respinto il ricorso della difesa dell'anarchico in sciopero della fame da quattro mesi dopo il "no" del tribunale di Sorveglianza di Roma al reclamo avanzato dall'avvocato Flavio Rossi Albertini contro il 41 Bis.  Secondo quanto riferito a LaPresse, non appena appresa la notizia Cospito, ricoverato nell'ospedale San Paolo, a Milano, ha rifiutato la terapia cui viene sottoposto. Nei giorni scorsi, al suo legale Albertini Rossi e ai sostituti processuali del suo difensore che sono andati a trovarlo  in ospedale San Paolo, Cospito aveva detto che, in caso di pronuncia negativa per lui della Cassazione, avrebbe smesso con gli integratori che aveva ricominciato ad assumere dopo il parere favorevole del pg della Suprema Corte, Pietro Gaeta, alla revoca del 41 bis. Grazie agli integratori alcuni suoi valori, arrivati a soglie minime pericolose per la sua salute, erano migliorati. Ora la sua vita è di nuovo a rischio. 

 


E mentre gli anarchici in presidio davanti alla Cassazione alla notizia del rigetto del ricorso hanno urlato "Assassini", l'ex segretario del Pd Enrico Letta si è affrettato a dichiarare che "le decisioni della magistratura vanno rispettate". Non la ritiene una decisione equa, invece Luigi Manconi, presidente di A Buon diritto Onlus. "Leggeremo le motivazioni della sentenza ma sin da ora posso dire che trovo che siamo di fronte a un verdetto iniquo", ha detto Manconi per poi aggiungere: "Con ciò, una situazione che la classe di governo ha voluto portare alle estreme conseguenze, attraverso le decisioni politiche del ministro della Giustizia e attraverso la costruzione di un nemico (il cosiddetto pericolo anarchico), rischia di precipitare. E in tempi rapidissimi".  Per Cospito resta un'ultima possibilità per via giudiziaria. Dopo che il ministro Carlo Nordio ha respinto la sua richiesta di revoca del 41 bis, il suo legale ha fatto ricorso al Tribunale della Sorveglianza di Roma. Una strada concessa proprio dall'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario che prevede la possibilità' di questo "reclamo che non sospende l'esecuzione del provvedimento" e che l'avvocato Flavio Rossi Albertini ha effettuato, come richiesto dalla norma, "nel temine di venti giorni dalla comunicazione del provvedimento". La competenza, in questi casi, è sempre della Sorveglianza di Roma.

 

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