Mediterraneo, ammiraglio Credendino: "Aumento impressionante di navi russe"
Mai viste tante navi russe nel Mediterraneo. A lanciare l'allarme che riguarda anche e soprattutto l'Italia è l'ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della nostra marina, in audizione alla Commissione Difesa dalla Camera. Il Mare Nostrum, ha spiegato, "è una zona molto turbolenta, con una competizione continua tra Stati rivieraschi per l'accesso alle risorse economiche e teatro di illeciti di varia natura, tra contrabbando e trafficanti di esseri umani. È necessario monitorarlo costantemente. C'è anche un problema di riarmo delle Nazioni della sponda sud del Mediterraneo in termini navali, come l'Algeria che compra navi da Italia, Francia e Germania ma i sommergibili dotati di missili Kaliber li ha comprati dalla Russia".
"E poi - segnala nel suo intervento l'ammiraglio - l'aumento impressionante di navi della flotta russa nel Mediterraneo. Da una piccola nave appoggio che era presente nel 2015 a Tartus fino alle 15 navi e 3 sommergibili che c'erano nel Mediterraneo fino a qualche settimana fa. Non è una minaccia diretta al territorio nazionale, ma richiede una maggiore presenza di nostre navi. L'esigenza per noi alleati è di essere presenti con una flotta navale bilanciata", conclude. Si tratta, di fatto, del rovescio della medaglia della guerra in Ucraina. Una sorta di "diversivo" per tenere impegnata l'Europa e la Nato sul "fronte Sud". E una densità militare che, sottolinea il capo della nostra Marina, mette costantemente le nostre navi a rischio "incidente".
"La situazione è molto complessa - è la riflessione dell'ammiraglio Credendino -, riusciamo a garantire continuativamente il livello minimo a bassa intensità. In ordine di priorità avremmo bisogno da tre a sei fregate anti-sommergibile in più, due navi antiaerei in più, una seconda portaerei per garantire di avere per tutto l'anno una portaerei disponibile, una nave logistica e due sommergibili. Tale ritardo capacitivo potrebbe ritrovare coerente attuazione ove si concretizzasse l'impegno politico di raggiungere il 2% del Pil per le spese della Difesa". C'è anche un problema di usura delle dotazioni correnti: "La Francia, che ha il nostro stesso numero di navi, ha deciso di dotare ogni 'Fremm' e sommergibile di due equipaggi, dal comandante all'ultimo marinaio. Noi non riusciamo a garantire un equipaggio completo per nessuna delle nostre 'Fremm'. Noi abbiamo 62 navi maggiori più due di intelligence, di cui una parte deve essere rinnovata nei prossimi 15 anni. I finanziamenti sono stati individuati ma non completamente. Per quanto riguarda la flotta aerea la maggiore criticità è data dal fatto che siamo l'unica Marina d'altura priva di aerei a pilotaggio remoto. Ne abbiamo uno e ci stiamo dotando di altri quattordici. Siamo altresì l'unica Marina d'altura anche sprovvista di aereo da pattugliamento marittimo in versione antisommergibile. Di qualsiasi versione volessimo dotarci, italiano o straniero, serviranno 4 o 5 anni per averlo operativo. Quando ne abbiamo l'esigenza chiediamo agli Usa di poter usare uno dei loro stanziati a Sigonella".