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Firenze, pestaggio "neofascista"? Ecco la verità, Pd muto

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Daniele Dell'Orco
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La giustizia del polpastrello è arrivata molto prima della verità. I benpensanti di sinistra, intellettuali, attivisti e politici, che sono più o meno gli stessi che anni fa idearono la slogan “odiare ti costa” contro i diffamatori e i leoni da tastiera, hanno dato ancora una volta prova di essere loro i veri mistificatori. A tre giorni di distanza dalla rissa fuori dal liceo Michelangiolo di Firenze tra alcuni militanti di Azione studentesca e studenti del collettivo Sum, la nube della strumentalizzazione si sta pian piano diradando, e la verità, già piuttosto chiara a chi come Libero aveva avuto la semplice accortezza di alzare il telefono e ricostruire i fatti prima di strillare sui social, sta venendo a galla.

Una verità davvero facile da raccontare. Basta partire da alcuni tweet “pesanti” come quelli del prof di odio seriale Tomaso Montanari e di Alessandro Zan, deputato Pd che l’odio lo voleva combattere con una legge ma solo contro chi dice lui. Il primo aveva scritto di «una squadraccia fascista (anche con adulti) che picchia i ragazzi del collettivo» e di «pestaggio unidirezionale». Il secondo aveva rincarato parlando di «aggressione fascista in piena regola di adulti ai danni di studenti». Montanari aveva definito «stampa compiacente» quella che si azzardò a voler fare il proprio lavoro, cioè accertare i fatti. Ebbene, per capire la verità è sufficiente leggere questi tweet e immaginare l’esatto opposto. L’ingiustificabile violenza non è stata «una spedizione», non è stata «unidirezionale» e non ha visto la partecipazione di adulti.

 

VOLANTINAGGIO
In sostanza, un gruppo di 6 militanti di AS (uno di 16 anni, due di 17 anni, e gli altri tre di 19-20 anni) ha organizzato un volantinaggio di fronte a un complesso di istituti come il Pascoli, il Castelnuovo, il Michelangiolo (a riprova del fatto c’è la contestazione da parte delle autorità della «manifestazione non autorizzata», quindi nessun raid). Durante la consegna dei volantini, è la loro versione, sono stati avvicinati da studenti di sinistra che hanno strappato i flyer, spintonato i militanti, insultato, sputato. La reazione è stata violenta e va condannata. Ma chiaramente il copione è ben diverso.

Anche il fracasso social nato a seguito della diffusione di un disturbante video in cui alcuni dei ragazzi colpiscono un coetaneo mentre è a terra è stato “teleguidato”. Gira infatti da giorni un filmato più completo in cui si vede il confronto tra le fazioni, materiale che Fratelli d’Italia ha chiesto venga acquisito dalle forze dell’ordine. Ciò di cui invece non si è parlato a sufficienza è il clima di odio politico che circonda non questa, ma in generale tante occasioni in cui militanti di fazioni opposte vengono a contatto. Un odio fomentato da quanti si spacciano per perbenisti.

 

Nel caso di Firenze bisogna ricordare due cose che la sinistra non sottolinea. La prima: il 9 febbraio tre ragazzi di Azione studentesca, hanno raccontato, avevano organizzato un volantinaggio in memoria delle vittime delle foibe davanti all’istituto Pascoli, erano stati affrontati da una quindicina di antifascisti a volto coperto ed erano stati “salvati” dall’intervento di alcuni docenti. La seconda: Firenze e i presidi scolastici rossi non sono rimasti immuni al caso-Cospito e al clima di rivolta scatenato contro le istituzioni tout court. Scuole comprese. Rina Gaeta, preside del Michelangiolo, si è detta difatti preoccupata per la tensione palpabile che si respira da tempo: «Nelle settimane passate la scuola è stata tappezzata di manifesti e di scritte contro il 41-bis, questo è segnale di un coinvolgimento politico. Non credo ci sia un nesso, però è un’esternazione di un dissenso verso le istituzioni dello Stato che noi rappresentiamo».

CENTRI SOCIALI E FIOM
Oggi, giustappunto, i centri sociali con l’appoggio di varie sigle (tra cui la Fiom, a proposito della presenza di “adulti”) sarà in corteo a Firenze al grido di “chiudere Casaggì”, lo spazio d'aggregazione legato a Fdi. Da segnalare, infine, lo strascico nei confronti dei 6 ragazzi. Un deputato del Pd, Marco Furfaro, ha rilanciato su Twitter una foto circolata in rete che ritrae i militanti di destra. Senza oscurare i volti dei minorenni. Da tre giorni i loro nomi sono finiti sui muri delle rispettive scuole accompagnati da slogan minatori, i genitori sono terrorizzati e la Digos è costretta a guardarli da vicino per salvaguardare la loro incolumità. Anziché stemperare la fiamma dell’odio, c'è chi ci soffia sopra. 

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