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Case occupate, il piano del governo contro gli abusivi: la pacchia è finita...

Antonio Rapisarda
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La “pacchia è finita” per gli occupanti abusivi di case popolari. Quelle che spetterebbero di diritto a coloro ne ha davvero bisogno e che troppo spesso devono subire la prepotenza e il racket della criminalità organizzata (che le usa frequentemente anche come “piazza” di spaccio) o dei furbi, che approfittano di determinate situazioni di indigenza dei legittimi assegnatari per sottrargli l’alloggio. Ad assicurarlo, con i dati degli ultimi sgomberi alla mano, è stata Giorgia Meloni che ha dedicato ieri un capitolo dei suoi “Appunti” proprio al tema del contrasto di questa piaga sociale. «Questo Governo ha dato il via alla propria “guerra” contro le occupazioni abusive», ha spiegato senza mezzi termini il premier illustrando i risultati su tutto il territorio nazionale di «quello che non veniva fatto prima: procedere con gli sgomberi delle case occupate abusivamente».

OPERAZIONE LEGALITÀ
Un dossier destinato a procedere a lungo dato che in tutto lo Stivale si stimano più di 30mila alloggi popolari pubblici occupati abusivamente. Senza considerare – come dimostrano tante inchieste giornalistiche – gli appartamenti privati che subiscono la stessa dinamica di quelli statali. Una stima ufficiosa restituisce almeno 50mila case occupate illegittimamente in totale. Davanti a questa mole di abusivismo l’operazione legalità, su cui già nei primi giorni di insediamento il governo e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno predisposto il piano ad hoc, continua a dare i suoi frutti. A Roma – “Capitale” pure delle occupazioni abusive, dato che se contano 10mila – «nelle ultime settimane sono stati sgomberati dieci alloggi dell’Ater», ha ricordato Meloni. Parliamo di alloggi di Edilizia residenziale pubblica «che erano in parte occupati da famiglie criminali.

Assieme a questi sono stati liberati dagli abusivi tre alloggi privati, più uno dell’Inps». A Milano, altra grande città vittima del fenomeno, è stato sgomberato «un complesso immobiliare di case popolari – un totale di 91 occupazioni abusive – e un edificio scolastico che era interamente occupato da extracomunitari». E così via nel resto d’Italia: a Torino sono stati sgomberati 11 alloggi sempre delle case popolari, a Napoli 16 che erano occupati «tutti da persone legate alla criminalità organizzata» e a Foggia 17 che «pure erano tutti occupati da appartenenti alla criminalità organizzata locale». L’attività di sgombero procede di pari passo alle misure di compensazione messe in atto da Palazzo Chigi in legge di Bilancio a favore dei proprietari che “subiscono” l’occupazione di un immobile i quali, ad esempio, non sono tenuti a pagare l’Imu.

SINERGIA
È chiaro, però, che l’obiettivo strutturale dell’esecutivo è quello di ridare le chiavi di casa a chi ne ha diritto. «Gli edifici dell’edilizia popolare devono andare a chi ha bisogno non alle famiglie dei gruppi criminali», questo l’impegno rivendicato da Meloni. «Devono andare alle famiglie che non hanno la possibilità di avere una casa e che spesso si ritrovano a dormire sotto un ponte perché le case popolari sono occupate dalle famiglie criminali». Si tratta di un lavoro che si intreccia spesso al contrasto ai fenomeni mafiosi, con provvedimenti dal valore simbolico come la demolizione della villa bunker teatro dell’ultima fase della latitanza di Michele Zagaria, il capo del clan dei Casalesi. Il messaggio ribadito dal Presidente del Consiglio, non a caso a 360°, è che finita l’era «nella quale lo Stato si gira dall’altra parte di fronte alla criminalità e di fronte a chi non rispetta le regole». Una “guerra” nella quale tutti gli attori stanno procedendo all’unisono, come ha tenuto a sottolineare in chiusura: «Per questo devo ringraziare anche l’importante sinergia che c’è stata tra la magistratura, le forze dell’ordine, il ministero degli Interni, le prefetture: sono tutti molto concentrati ad affrontare seriamente questa materia».

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