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Siccità, natura in tilt: ecco i ciliegi a febbraio, rischio-catastrofe

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Il caldo anomalo sta "sballando" la natura: le conseguenze sono diverse, dai ciliegi in fiore a febbraio ai raccolti estivi che rischiano di andare persi. Basti pensare le prime fave sono già pronte per la raccolta, mesi prima dell’appuntamento di maggio. Tutto questo - come spiega il Giornale - preannuncia una siccità estiva peggiore dell’anno scorso. Lo rivela il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell'alta pressione, destinata a durare per giorni, con alte temperature e zero piogge.

 

 

 

Già il 2022 è stato un disastro dal punto di vista della siccità, con un meno 30% di pioggia registrato. Ora il 2023 non sembra andare meglio, sia per l’assenza di precipitazioni significative sia per la temperatura a gennaio superiore di 0,96 gradi rispetto alla media storica. L’anomalia - spiega la Coldiretti - è più evidente al nord. Basti pensare al fatto che il fiume Po è a secco e che i grandi laghi hanno percentuali di riempimento che vanno dal 39% del lago di Garda al 21% di quello di Como.

 

 

 

A preoccupare, continua la Coldiretti, è il fatto che dal bacino del Po dipende 1/3 del cibo italiano che poi troviamo a tavola: dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai formaggi come il Parmigiano reggiano e il Grana Padano al prosciutto di Parma. "È necessario realizzare un piano invasivo per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%", ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

 

 

 

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