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Caccia di sesta generazione: c'è l'accordo. Difesa, tecnologia e autonomia: l'analisi di Andrea Pasini

Andrea Pasini
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Finalmente l’industria italiana fa sistema. Accolgo orgogliosamente la notizia dell’accordo tra Leonardo, Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia a sostegno del ministero della Difesa nella seconda fase di sviluppo del Gcap, il caccia di sesta generazione che il nostro Paese sta progettando insieme a Regno Unito e Giappone. 

L’Italia ha già stanziato sei miliardi di investimenti da dedicare ad attività di ricerca e sviluppo tecnologico su aree di interesse strategico permettendo così alle industrie nazionali di partecipare  alla futura fase di sviluppo del sistema. 

Si tratta di una piattaforma nazionale di lavoro collaborativo per lo sviluppo del Global Combat Aia Programme, un progetto - conosciuto anche con il nome di Tempest - che prevede lo sviluppo di un sistema di sistemi integrato per il combattimento aereo, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso e provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione alla penetrazione in profondità, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. 

L’industria, inoltre, collaborerà con università, centri di ricerca, Pmi e start-up, a beneficio dell’interscambio e della crescita delle competenze nazionali, e in stretta sinergia con il ministero della Difesa – responsabile per la definizione delle esigenze di carattere operativo – per indirizzare lo sviluppo tecnologico e, di conseguenza, il supporto industriale.

L’Italia si pone così al centro di una nuova grande alleanza militare dove le nostre industrie sono protagoniste diventando un tassello cruciale in un percorso che punta a rendere disponibili quelle tecnologie innovative che assicureranno alle nostre capacità di difesa il necessario salto generazionale.

L’obiettivo è quello di far raggiungere all’Italia il più alto livello di eccellenza e di autonomia strategica. L’integrazione su cui si sta al momento lavorando consentirà infatti al Gcap di essere multidominio fin dalla sua concezione, progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il contesto geopolitico che stiamo vivendo sottolinea quanto sia di vitale importanza raggiungere l’adeguato livello di prontezza, di interoperabilità e di disponibilità di tecnologie, per essere preparati a gestire ogni tipo di crisi. 

Il nuovo progetto contribuirà anche a fornire un supporto adeguato alle Forze armate che necessitano sempre di più di soluzioni tecnologiche che mettano al centro l’eccellenza operativa e la capacità di adattamento ai futuri scenari.
[17:42, 6/2/2023] Andrea Pasini Blog:

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