Messina Denaro, la nuova (agghiacciante) moda lanciata dal boss
I napoletani sono avanti. Sono capaci di generosità inaudite e di castronerie indicibili, ma l’ultima novità che ci arriva dalla città partenopea, finisce di diritto tra quest’ultime. Come ha denunciato il deputato Francesco Emilio Borrelli dei Verdi, a Napoli impazza la moda “in stile Matteo Messina Denaro”. Su TikTok e altri social, alcuni negozianti napoletani hanno pubblicato video promozionali dove mostrano orgogliosi, come fosse merce rara, indumenti simili o uguali all’ormai famigerato giaccone di montone che indossava il boss al momento dell’arresto. Con foga degna di miglior causa, pubblicizzano il “vero Messina Denaro”, perché ormai quel capo ha preso il nome da quell’altro capo, quello della mafia, così come si dice Montgomery dal nome del generale inglese Montgomery che indossava quel cappotto sopra la divisa, o Cardigan dal nome del conte inglese che usava portare l’omonimo maglione.
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SLOGAN NEI NEGOZI
Ma appunto, questi erano eroici generali, aristocratici raffinati, non boss mafiosi. Chi porta quei capi, in qualche modo, si richiama a uomini virtuosi. Adesso è tutto a rovescio: secondo la denuncia del deputato, i negozi che stanno investendo sul look Messina Denaro sono tanti, si fanno una concorrenza spietata proponendo forti sconti, e non risparmiano nemmeno i bambini: esisterebbero, secondo quanto riferiscono le cronache, linee d’abbigliamento Messina Denaro baby. Borrelli ha postato anche una foto con un uomo, di spalle, vestito secondo l’ultima moda, quella del boss arrestato il 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza, commentando nel suo tweet: «Tante segnalazioni nel napoletano».
Ora, bisogna stare attenti a non esagerare le cose. Può darsi pure che, a breve distanza dal clamoroso arresto – a proposito del quale, tra l’altro, si sono dette cose grottesche: che era meglio non eseguirlo, che in fondo il boss si sarebbe lasciato catturare, e altre simili che già indicavano la perversa mitizzazione di un criminale –, ci sia una particolare sensibilità verso fenomeni che, magari, sono piuttosto contenuti. Ma anche ammesso che Napoli non pulluli di cloni di Matteo Messina Denaro, già il video, inconfutabile, del negoziante che, senza minimamente rendersi conto del disvalore di ciò che fa, propone i suoi giacconi “vero Matteo Messina Denaro”, è abbastanza repellente. Se non è uno scherzo (e sarebbe uno scherzo di cattivo gusto, che non fa ridere nessuno) è un serio campanello d’allarme.
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Tuttavia non possiamo nasconderci dietro un dito: il fenomeno non è nuovo. Che in Italia alligni, in certi territori e in certi ambienti apparentemente insospettabili, ad esempio anche nel mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo, una mitizzazione del malavitoso, sia esso un camorrista, un mafioso, uno della banda della Magliana o della mala del Brenta, non c’è dubbio. Esistono film, serie televisive, canzoni, bestseller su questi personaggi. Alcuni prodotti sono ben fatti, perché affrontano il fenomeno in tutta la sua complessità, ma altri sono pura, demenziale celebrazione del gangster, com’è appunto il caso dei vestiti spacciati come “Messina Denaro style”. Che poi, ammesso anche che il fascino del criminale sia un fenomeno diffuso ovunque, e psicologicamente spiegabile con il fatto che anche il più malvagio dei briganti, in un attimo, può essere trasformato da menti deboli, e desiderose di facile riscatto, in una sorta di ribelle, di eroico fuorilegge, resta il fatto che, insomma, basta guardare un film noir francese – “Frank Costello faccia d’angelo” di Jean-Pierre Melville, ad esempio -, per vedere che, almeno, quei gangster avevano classe da vendere, benché fossero dei killer spietati.
EMULAZIONE
Nel caso del “Matteo Messina Denaro style” non comprendiamo dove sia l’interesse all’emulazione dal punto di vista, appunto, dello stile; e allora, cosa più grave, vuol dire che chi vuole vestirsi come il boss non lo fa perché intende sfoggiare un look che faccia colpo per qualche sua qualità estetica, ma solo perché, sotto sotto, appoggia e apprezza il personaggio che lo indossava. Se Messina Denaro fosse stato arrestato, anziché in berretto di lana e montone, in calzamaglia, ora i negozianti di Napoli spingerebbero le calzamaglie; se in dolcevita, vai con gli sconti sul maglione dolcevita “vero Messina Denaro”. Ma vorremmo chiedere agli emuli di Messina Denaro: vi rendete conto che così vi assomigliate tutti, come un gregge di pecore? Già è orrendo imitare un boss mafioso, ma poi addirittura entrare a far parte di un branco conformista di imitatori del boss mafioso, è anche squallido e triste.