Vittorio Feltri, lo sfogo: "Che idiozia la stretta sul fumo"
Il ministro della Sanità Schillaci, persona seria e capace, se ne è uscito con una tale bischerata che all'improvviso ci fa dubitare della sua intelligenza. Egli afferma: mi sto dando da fare per combattere radicalmente il tabagismo, causa - secondo lui - di tumori a iosa e altre gravi malattie che conducono rapidamente alla tomba. Schillaci, dato che non fuma, è ostile al tabacco e guai a farne uso. È una opinione rispettabile anche se personalmente non la condivido. Soprattutto non sopporto ogni forma di proibizionismo che limita la libertà a ciascuno di noi di comportarsi come gli garba. Alcuni coglioni patentati sostengono che il vino fa male e bisogna proibirlo, questa è l'ultima prodezza dei paesi nordici.
Adesso arriva Schillaci a vietarci di fumare anche nei locali pubblici dotati di una sala riservata a chi ama aspirare sigarette e similari. Ma si può sapere perché un ministro, invece di tutelare la nostra salute rinforzando gli organici dei Pronto soccorso, assumendo medici e pagandoli come Dio comanda e non come straccioni, si impegna per vietare al popolo di accendere una paglia in presenza di una donna gravida e di bambini? Già Sirchia, pure lui titolare alcuni anni orsono del ministero impropriamente definito della salute, anziché della malattia, introdusse una serie di divieti che impediscono tuttora di aspirare nuvolette azzurre sui treni e in locali non dotati di impianti di depurazione dell'aria. Va tutto bene, ma adesso non esageriamo con la mania di proibire al popolo di consumare in santa pace qualche Marlboro almeno all'aperto, cioè per strada o in zone riservate a noi viziosi, si fa per dire.
Personalmente fumo da quando avevo 14 anni e ora che ne ho quasi 80 continuo a farlo senza problemi. I miei polmoni e il mio cuore funzionano perfettamente, tanto è vero che seguito a lavorare dalla mattina alla sera ininterrottamente. Caro Schillaci vorrei rivolgerle una domanda facile facile: ma perché non si fa i cazzi suoi? Non voglio affermare che il tabacco sia un toccasana, ma considerarlo un veleno letale è una esagerazione che non giustifica i provvedimenti che sta studiando per impedirci di fare ciò che desideriamo, ossia campare con la cicca in bocca come abbiamo sempre fatto senza rimetterci le penne. Tra l'altro le vorrei segnalare che semmai le sigarette nuocciono a chi le consuma e non a chi incrociamo per strada. Basta con questi divieti da Stato etico.