Sharm el Sheik, cos'è l'avvelenamento da contatto: la verità su Andrea
Il drammatico caso di Andrea Manosperti ha portato l’opinione pubblica ad approfondire il team dell’avvelenamento da contatto. Inizialmente si pensava che il bimbo palermitano di 6 anni fosse morto a Sharm el Sheik a causa di un’intossicazione alimentare, ma a quanto pare non è andata così. Il Corriere della Sera ha provato a fare chiarezza interpellando un esperto, quale è Carlo Locatelli, direttore del centro antiveleni dell’istituto clinico scientifico Maugeri di Pavia.
"Non è stata intossicazione, cosa ha ucciso Andrea": la svolta inaspettata
“Parliamo di avvelenamento da contatto - ha dichiarato - quando un agente chimico riesce a passare nell’organismo attraverso la cute e a raggiungere organi interni vitali come cuore o cervello, causando disfunzioni importanti, anche fatali. L’assorbimento attraverso la cute di una sostanza tossica è molto più lenta che l’avvelenamento attraverso l’intestino o l’apparato respiratorio e ci vuole tempo prima che la situazione diventi critica”. Sebbene quella dell’avvelenamento da contatto sia l’ipotesi attualmente più accreditata, non è invece ancora noto quale sia la sostanza tossica che ha comportato la morte del bimbo palermitano.
"Non è stata intossicazione, cosa ha ucciso Andrea": la svolta inaspettata
Una possibilità potrebbe essere legata alle meduse velenose, che però avrebbero dovuto lasciare un segno sulla cute e soprattutto colpire non solo il bimbo, ma anche i genitori, dato che sono stati male pure loro. Un’altra possibilità è che abbiano assorbito per via cutanea la tossina di un veleno per piante o di un insetticida: 2Esistono pochi veleni che possono essere assorbiti rapidamente per via cutanea, tra questi pesticidi - ha spiegato Locatelli al Corsera - ma oltre ad avere un odore nauseabondo, a livello diagnostico è facilmente riconoscibile un avvelenamento del genere ed è raro comunque arrivare a complicazioni tanto gravi, a meno che non ci siano esposizioni importanti. Solo agenti nervini possono provocare un’intossicazione così rapida, non i pesticidi utilizzati in agricoltura”.