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Papa Ratzinger, cosa si è portato nella bara: trema il Vaticano

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Il testamento spirituale di Papa Ratzinger è contenuto in un documento, il "Rogito", la cui copia è stata sepolta insieme al corpo di Benedetto XVI nella bara esposta al mondo giovedì in piazza San Pietro. Un compendio che raccoglie la vita, le opere, il pensiero teologico e le riflessioni del Papa Emerito. Un cilindro metallico capace di racchiudere e in un certo senso chiudere il travaglio della Chiesa dal secondo Dopoguerra all'inizio del nuovo Millennio. 

 

 

 

 

"Nella luce di Cristo risorto dai morti - recita uno stralcio pubblicato dal Corriere della Sera -, il 31 dicembre dell'anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l'anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l'amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito". 

 

 


Nel "Rogito" si ricordano i trascorsi accademici di Ratzinger, dalla Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e l'Università di Monaco. all'ordinamento come sacerdote il 29 giugno 1951, la nomina a perito ufficiale del Concilio Vaticano II nel 1962, come assistente del Cardinale Joseph Frings. "Papa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede". Quindi l'elezione a Pontefice dopo la morte di Papa Wojtyla, nel Conclave del 19 aprile 2005, quando si auto-definì "umile lavoratore nella vigna del Signore". Quindi l'ultima udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, successiva alla clamorosa decisione di dimettersi. "Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre".

 

 



Nel documento si ricorda quindi il ritiro nel monastero Mater Ecclesiae, nel quale "visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano". "Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche Deus caritas est (25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009)". C'era un filo comune, anche nelle sue quattro "Esortazioni apostoliche", ed era la lotta al relativismo e all'ateismo pratico sempre più dilaganti: "Nel 2010 - si legge -, con il motu proprio Ubicumque et semper, istituì il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui nel gennaio del 2013 trasferì le competenze in materia di catechesi. Lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla penitenza e alla purificazione". 

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