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"Pronto sei tu?", poi la pernacchia: finisce malissimo, multa da capogiro
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"Avevo un’antipatia nata da piccole incomprensioni lavorative. Avendo il suo numero di casa, ho iniziato a fare telefonate anonime, sia di giorno che di notte, riattaccando dopo che alzavano la cornetta. Con l’andare del tempo ho fatto anche delle pernacchie". Lo aveva ammesso durante un interrogatorio e ora una donna, racconta Repubblica, è stata condannata dal tribunale civile di Milano a risarcire un totale di 41 mila euro di danni a una collega di lavoro.
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Danni provocati dalle telefonate che da febbraio 2006 a settembre 2009 arrivavano a casa della sua "nemica" in più occasioni anche nel cuore della notte, provocando a lei e ai suoi familiari problemi di ansia e depressione. La donna in Appello ha ricevuto anche una condanna per lesioni personali dolose. L’imputata ha tentato di difendersi sostenendo di non essersi resa conto della gravità della condotta e aggiungendo che le vittime avrebbero potuto staccare il telefono per dormire tranquilli. La giudice le ha dato torto anche su questo.
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