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Molise, via al parco eolico? Ma la sinistra prova a fermarlo

Pietro De Leo
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Piccolo manuale di istruzioni per l'osservatore straniero che voglia capire come funzionano le cose in Italia. Premessa: sappiamo quanto l'autonomia nella produzione energetica sia un obiettivo fondamentale, sia considerando il quadro drammatico della guerra in Ucraina, che ha avviato lo svincolo dalle forniture russe, sia considerando che le alternative, in gran parte poggianti su democrazie fragili o regimi, non sono un grande affare.

Fatto centrale: aleggia un progetto per realizzare il più grande impianto eolico offshore del mondo, ossia circa 25 km a largo della costa del Molise. Una società ha presentato l'istanza di rilascio della concessione demaniale alla Capitaneria di Porto di Termoli, in direzione di un progetto che comprende 120 torri su piattaforme galleggianti, di una potenza elettrica di 1800 Megawatt, atto ad alimentare un impianto per produrre idrogeno.

Fatto centrale bis: Legambiente non fa alcuna barricata di fronte al progetto, anzi. In un comunicato, la costola molisana dell'associazione ha affermato: «Auspichiamo una discussione matura, non come avvenuto in passato». E anzi, ha aggiunto: «L'eolico offshore con il suo potenziale istallabile rappresenta non un'opportunità di innovazione e sviluppo per l'Italia, ma anche un contributo fondamentale alla lotta contro l'emergenza climatica e un presidio di biodiversità. I parchi eolici a mare, infatti, possono diventare luoghi di ripopolamento per le specie marine». E ancora: «Nessun impianto è perfetto, ma insieme, attraverso processi pubblici di partecipazione e ascolto con i territori, è possibile trovare la strada per raggiungere gli obiettivi climatici ma anche per offrire opportunità di di innovazione e sviluppo sostenibile».

Questa la posizione di Legambiente, che quanto a difesa del territorio, negli anni, non deve insegnare niente a nessuno. Fatto centrale ter: invece ecco il riflesso condizionato di certi ambienti della sinistra, che si schierano per un niet preventivo. «Diciamo no a un progetto mostruoso del quale non si conoscono i dettagli tecnici, nè chi andrebbe a realizzarlo», dice la Rete della Sinistra di Termoli. «Il nostro no è a questo progetto - specificano i suoi esponenti- non all'eolico in mare tout court. 

Questo sarebbe il parco eolico in mare più grande del mondo, ma il progetto al Ministero non c'è ancora, c'è solo la richiesta di concessione demaniale». E puntano il dito, tra le altre cosei, sul fatto che la società sia nata a settembre «con un capitale sociale di 2.500 euro». Insomma, siamo solo ai passi preliminari e già si muove guerra. Come se gli organismi statali non processino già, e in maniera notoriamente approfondita, le istanze che vengono presentate. Posizione contraria anche da Molise Domani: «Lo sfruttamento delle aree marine non può essere un affare privato». Conclusione: copione già visto. Appena si accenna alla realizzazione di un impianto per produzione energetica, parte la contraerea del no. Di questo passo, sarà molto difficile renderci indipendenti.

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