Denise Pipitone, accuse pesanti contro l'ex pm Angioni: "Star televisiva"
False informazioni a pubblico ministero sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo: di questo è accusata l'ex pm Maria Angioni, che inizialmente ha indagato lei stessa sul caso. La ex pm era diventata un volto molto noto in tv per aver parlato più volte ai media di Denise. "Enfatizzate nei media le funzioni svolte all'epoca del sequestro di Denise Pipitone, Maria Angioni ha trovato il modo di essere una parte sempre più importante del nuovo interesse sul caso, apparendo - in un crescendo esponenziale - in moltissime trasmissioni televisive come su diverse piattaforme online", ha detto il magistrato Roberto Piscitello nella requisitoria contro la Angioni.
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"L'ex pm ha assunto ben presto il ruolo di vera e propria star televisiva, la cui presenza, in diretta negli studi o da remoto, veniva contesa dalle decine di trasmissioni che sulle reti pubbliche o private calibravano i loro palinsesti proprio sul sequestro della bambina mazarese - ha continuato il magistrato -. In ciascuna delle innumerevoli ospitate era proprio il magistrato a far assumere alla vicenda i connotati di un giallo, la cui mancata positiva soluzione riferiva essere dipesa da errori, da depistaggi, da interessi particolari di questa o quella consorteria criminale e soprattutto dalla infedeltà dell'organo di Polizia che aveva condotto quelle indagini (senza dire sotto la sua direzione !): il commissariato di Mazara del Vallo".
Il pm, poi, ha ricordato come si è arrivati all'incriminazione di Angioni. Sarebbero state le rivelazioni della donna a far riaprire il caso. Il 10 aprile 2021, a 17 anni dai fatti, la Procura di Marsala ricevette una mail dalla Angioni che annunciava di avere ricevuto le confessioni di una testimone. Testimone che, nel giorno del sequestro di Denise, aveva visto un uomo, Giuseppe Della Chiave, su uno scooter con la compagna e la bambina che, sempre a dire della teste, sarebbe stata poi portata in un magazzino di Mazara del Vallo. Rivelazioni esplosive che indussero i pm "vista la fonte qualificata da cui proveniva: un magistrato che era stato titolare del fascicolo", dice Piscitello, a riaprire l'indagine.
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